Dare voce a chi non ha voce. Niente lacrime ma una giornata dedicata alla memoria per non dimenticare, nel secondo anniversario dal drammatico sbarco del 5 novembre del 2017 delle 26 giovani nigeriane recuperate senza vita in mare aperto tra la Libia e l’Italia e approdate a Salerno a bordo della nave Cantabria.
Per non dimenticare quella “tragedia dell’umanità” e mantenere vivo il dibattito sull’esodo migratorio nel Mediterraneo, il gruppo di “26 Come in Mare Così in Terra” – l’opera collettiva promossa dall’Ordine dei Giornalisti della Campania con cui i giornalisti salernitani hanno voluto rileggere una delle più drammatiche pagine di cronaca di cui sono stati testimoni – questa
mattina in contemporanea in diverse scuole della provincia di Salerno ha incontrato gli studenti per riflettere con loro su una delle più scottanti emergenze umanitarie dei nostri giorni.
Il primo appuntamento al Liceo Scientifico Francesco Severi di Salerno dove la dirigente Barbara Figliolia ha accolto le giornaliste Barbara Albero e Gilda Camaggio nonché la vice Questore Giuliana Postiglione, dirigente della Polfrontiera marittima di Salerno, nell’auditorium dell’istituto. Oltre 250 ragazzi sono stati parte attiva dell’incontro che da seguito alla messa in scena lo scorso anno dell’ opera collettiva di teatro civile (nata da un’idea di Concita De Luca e messa in scena l’8 marzo 2018) con cui le ‘firme’ salernitane hanno idealmente adottato le 26 ragazze provando a dar loro “nuova vita” e consegnare, con la forza delle proprie penne e della propria voce, gli immaginari sogni o pensieri.