Una vera e propria piramide criminale è emersa a seguito dell’operazione “prestigio” che ieri ha portato in carcere 38 persone per “Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”, “Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti”, “Detenzione e Porto abusivo di arma da guerra”, “Lesioni”, “Danneggiamento seguito da incendio” ed “estorsione”. Ben 5 gruppi operativi ed armati fino ai denti sono finiti nell’inchiesta della Dda che ha dato un duro colpo allo spaccio della droga tra Salerno, la provincia e le zone di Montecorvino Rovella ed Acerno.
Un sistema piramidale con a capo Ciro Persico (già in carcere) con Luigi Iannone e Gennaro Caracciolo altri elementi di spicco. L’indagine parte nel 2016 e dopo 4 anni di intercettazioni, pedinamenti e controlli incrociati ha dato un colpo secco alla racket della droga in città come in provincia. Man mano che le indagini sono andate avanti sono emersi altri quattro gruppi che si relazionavano con i Persico. Si tratta dei clan con a capo Antonio Noschese; Maurizio De Sio che operava nella zona di Mariconda; Fabio Grimaldi operativo nella zona di Fratte e Mauro Natella del villaggio dei Puffi. Le operazioni delle forze dell’ordine hanno svelato una serie di episodi di violenza per la gestione e l’egemonia delle piazze di spaccio. E in questo contesto si inserisce anche l’omicidio di Ciro D’Onofrio.
Singolare e sinistro il modo in cui Ciro Persico veniva nominato e “sponsorizzato” dai suoi fedelissimi: il «capo dei capi» o Lo «zio» erano gli pseudonimi principali. In alcune intercettazioni telefoniche si fa riferimento addirittura all’intenzione di costituire un clan camorristico con un unico capo, Ciro Persico. «Dobbiamo fare come faceva Totò Riina, una testa che comanda…».
E stamani il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli ha espresso il suo plauso all’operazione portata avanti dalle forze dell’ordine e più volte sollecitata dallo stesso primo cittadino.