Il gol di Cedric Gondo, cresciuto tantissimo nel corso della stagione sia per merito di una ferrea volontà sia per gli insegnamenti di Ventura, ha regalato alla Salernitana ed ai suoi tifosi quindici minuti di speranza, ma l’errore in disimpegno di Migliorini e la carambola tra Mora e Cicerelli ha spento ogni illusione. Il pari raggiunto da uno Spezia in formazione largamente rimaneggiata al termine del primo tempo è stato il segnale che la missione playoff non sarebbe andata a buon fine tanto facilmente, sia perchè i liguri avevano mostrato una evidente superiorità tecnica ed una maggiore consapevolezza delle proprie forze, non a caso hanno chiuso al terzo posto la stagione regolare, sia perchè la squadra di Ventura sembrava aver esaurito la carica agonistica e fisica, costretta pure a fare i conti con le precarie condizioni fisiche di alcuni titolari, Djuric e Jaroszjsnki su tutti, e poi affossata dagli errori dei singoli, quello di Migliorini nell’occasione del pari ospite e poi, soprattutto, quello di Maistro che, già ammonito ed ormai prossimo ad essere sostituito, ha rimediato un secondo cartellino giallo. Una ingenuità grossa, figlia della mancanza di lucidità ed anche della non abitudine a stare a certi livelli, a giocare per determinati obiettivi. Il gol di N’Zola nel finale ha punito in maniera troppo severa una squadra che ha comunque provato, pure in dieci, a vincere la partita. Ed ora bisogna capire in che misura il boccone amaro potrà essere digerito e, soprattutto, se da questa delusione potrà nascere qualcosa di buono. Ventura ha lavorato bene, valorizzando e facendo crescere i tanti prestiti della Lazio, gettando un seme per il futuro anche attraverso gli esordi di Iannone e Galeotafiore che, per il momento, sono di proprietà della Salernitana, che ha sotto contratto Djuric, Akpa, Di Tacchio, Micai, Migliorini, Curcio, Lopez, Jallow, Giannetti, Aya e qualche altro. Lombardi, Kiyine, Cicerelli, Dziczek, Maistro, Capezzi, Jaroszjnski, Gondo sono da oggi degli ex, in quanto destinati a rientrare alle loro società di appartenenza. E da oggi è un ex anche Gian Piero Ventura, scelto un anno fa da Lotito non per vincere ma per offrire un buon calcio e valorizzare il materiale a disposizione. Il tecnico ligure ritiene di aver centrato l’obiettivo e non gli si può dar torto. Anche lui ha commesso degli errori, il più grande quello di aver dato fiducia a Cerci, che ha deluso oltre le aspettative, ma l’ex Toro era il jolly che il budget societario gli ha consentito di giocarsi nel tentativo di alzare il livello di un gruppo che in partenza non era accreditato di un piazzamento playoff e che per gran parte della stagione è stato, invece, capace di occupare posizioni di medio- alta classifica. Non c’è fallimento tecnico in questo, anzi qualcosa è stato seminato durante l’anno, magari non con la continuità e la determinazione che sarebbero state necessarie per far far maturare i frutti già ora, ma c ‘è una traccia che potrebbe essere presa come punto di partenza. Starà alla proprietà e a Ventura tirare le somme e capire se ci siano le condizioni per andare avanti insieme. Di certo, dal mercato il tecnico ligure non ha ricevuto grossi aiuti neanche a gennaio e qui non possono essere sottaciute le responsabilità della proprietà e della dirigenza che non hanno completato la rosa con l’ingaggio di un difensore centrale di spessore che sarebbe servito come il pane come dimostra la mancanza di equilibrio tra produzione offensiva e gol al passivo. Ventura ha fatto capire che un conto è costruire partendo quasi da zero, un altro è vincere. E per vincere la Salernitana non era attrezzata: lo ha detto il campo senza giri di parole.
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