Lo spettro di Castiglia e la maledizione dei centrocampisti in casa Salernitana. Daniele Sciaudone è stato il flop di quest’avvio di stagione. Voluto fortemente da Torrente, Sciaudone è arrivato all’ombra dell’Arechi con i galloni del talento capace di fare la differenza in serie cadetta. Il suo pedigree parla chiaro con tanta serie B nelle gambe, gol importanti alle spalle ed esperienza da vendere. Finora in granata, però, ha fatto vedere poco o nulla delle sue indiscusse capacità. Torrente lo ha lanciato subito nella mischia, ha provato a tenerlo in campo anche quando le gambe non lo reggevano, salvo poi concedergli un turno di riposo con la Ternana. Semplice turnover, scelta tecnica o una velata punizione dopo la scaramuccia con capitan Pestrin nel match con lo Spezia? Difficile a dirsi.
Sta di fatto che l’ex Catania fino ad oggi non ha fatto molto per meritarsi una maglia da titolare e rischia di partire nuovamente dalla panchina contro il Crotone. Un palo ed un bell’assist nel derby con gli irpini. Ma anche tanti buchi in mediana con altrettante coperture preventive venute meno. Torrente lo ha provato in tutti i ruoli: da mezzala sinistra, dalla parte opposta e perfino come trequartista nel match di Pescara. Il risultato non è cambiato. Lo stesso di questo primo mese di campionato: lento, compassato, incapace di dettare l’ultimo passaggio. Quello per cui era stato preso e quello che serve per mandare in porta gli attaccanti granata.
Le qualità di Sciaudone non sono in discussione, intendiamoci. Probabilmente il suo avvio difficile è frutto anche di una situazione vissuta a Catania, con la valigia dietro l’angolo che non gli ha permesso di svolgere nel migliore dei modi la preparazione atletica con gli etnei. Ma è anche vero che il 27enne centrocampista originario di Bergamo sembra non essersi ancora inserito al meglio negli schemi del tecnico che lo ha avuto alle sue dipendenze a Bari. C’è chi dice anche nello spogliatoio. Il faccia a faccia con Pestrin nella gara interna con lo Spezia con tanto schiaffetto del capitano e sgambetto del mediano sono un segnale di allerta.
Torrente oltre al tecnico dovrà vestire i panni pure del maestro di scuola. Non è escluso, infatti, che a finire dietro la lavagna per il momento ci sia andato Sciaudone sia per ragioni tecniche, sia per questioni comportamentali. Ecco che rischia di materializzarsi lo spettro di un nuovo caso Castiglia. Il mediano calabrese era giunto a Salerno come pezzo pregiato per la Lega Pro salvo finire in naftalina ed essere ceduto perchè incapace di integrarsi ed anche per un accesso battibecco con l’allora allenatore della Salernitana, Menichini. Castiglia quest’estate ha bissato. Anche Torrente infatti lo ha spesso richiamato all’ordine, bocciandolo poi pure sul campo. Sciaudone non è Castiglia. Sciaudone è un suo pretoriano, ma l’avvio non è certo dei più convincenti.