Presunti favori ai vigili urbani di Salerno, la Uil Fpl fa chiarezza sull’inchiesta della Procura di Napoli. “Non volendo entrare nel novero delle polemiche, perché facciamo sindacato e continuiamo a farlo anche in questo periodo difficile. Nonostante ciò, però, prendiamo le difese dei colleghi che, all’improvviso, si sono trovati a leggere i loro nomi sulle cronache nazionali e regionali”, ha detto Donato Salvato, segretario generale della Uil Fpl Salerno. “Ma il giornalismo, tra le sue regole, non aveva anche quella di omettere i nomi delle persone non indagate e ascoltate dai magistrati a sommarie informazioni testimoniali? Cosa è cambiato? Magari “pagano” una certa vicinanza a una determinata parte politica? In attesa che qualcuno risponda a queste domande, e che la magistratura tenga conto di ciò che è accaduto in questi giorni sugli organi di informazione, vorremmo capire perché un vigile urbano deve essere etichettato come “favorito” solo perché ha ricevuto un incarico fiduciario. Quell’incarico, infatti, terminerà una volta concluso il mandato politico di chi l’ha conferito. Si tratta sì di un aumento di stipendio, ma temporaneo. Quei nomi, scritti a caratteri cubitali dalla stampa, influiscono sulla vita di famiglie intere. Fare il sindacato, ci impone anche di avviare una seria riflessione su questo. Deve essere chiaro un concetto: il lavoratore va rispettato sempre e comunque. In particolar modo i dipendenti pubblici, che hanno responsabilità importanti e devono essere tutelati se fanno il proprio lavoro con onestà e professionalità. Non si può “sbattere il mostro in prima pagina” perché fa tendenza la figura del “fannullone”. Le decisioni politiche sono un’altra cosa. A determinare eventuali responsabilità ci penserà la magistratura. Ora c’è solo un dato di fatto: quattro agenti della Municipale di Salerno sono finiti sui giornali, con nome e cognome, senza aver mai ricevuto un avviso di garanzia”.
Ed arriva anche la difesa della Csa provinciale ai quattro agenti oggetto del provvedimento. «Ci troviamo davanti a una campagna elettorale dal clima avvelenato. Un clima così negativo che la stampa, dimenticando le proprie regole deontologiche, ha deciso di inserire i nomi di quattro lavoratori non indagati dalla Procura di Napoli ma che hanno la colpa di aver accettato un incarico fiduciario con un relativo aumento di stipendio», ha detto Angelo Rispoli, segretario della Csa provinciale. «L’aumento di stipendio è temporaneo, vista la natura della nomina, quello che resterà sono i nomi dei colleghi finiti su diverse edizioni, online e cartacee, di testate giornalistiche. Una gogna di cui potevamo fare a meno, poiché, lo ribadisco, i quattro agenti in questa inchiesta sono stati ascoltati solo per sommarie informazioni testimoniali. Se il bersaglio è la politica, stavolta sono stati colpiti dei lavoratori. Ecco perché chiedo a tutti i candidati di abbassare i toni fino al termine di questa campagna elettorale. La magistratura farà il suo compito. Evitiamo processi a persone che non sono nemmeno indagate. Basta cercare lo scandalo per colpire chi invece ha operato nella trasparenza. Esprimo anche la mia solidarietà al presidente De Luca per questo tentativo di mettere pietre di inciampo in questa sua campagna elettorale. Gli va dato atto che in questi anni ha fatto molte cose».