La devozione per San Matteo resta la stessa, pure con il Covid. L’emergenza sanitaria non scalfisce la fede dei salernitani che, nonostante il caldo, hanno atteso davanti al Duomo per avere la possibilità di entrare e partecipare al Santo Pontificale celebrato dal Vescovo.
Monsignor Andrea Bellandi nella sua omelia ha ringraziato tutti, le diverse autorità civili e militari presenti, oggi rappresentate dai soli vertici, per le note restrizioni legate al Covid e proprio alle preoccupazioni sull’emergenza è andato il primo pensiero del Vescovo. Questi alcuni passaggi significativi dell’omelia. “Quest’anno la festa del nostro Santo Patrono si celebra in un momento storico gravido di preoccupazioni, interrogativi circa il futuro, difficoltà a vari livelli, non ultime quelle concernenti la ripartenza delle attività scolastiche e quelle connesse al settore economico, con molte imprese che guardano con ansia ai prossimi mesi. Inoltre, anche il clima sociale – comprensibilmente – sembra attraversare un momento di (chiamiamola) “turbolenza”. Nel momento attuale – ha detto Bellandi – purtroppo si evidenziano nella società civile sempre più numerosi segni di insofferenza e rinnovati cedimenti alla litigiosità. La tentazione di guardare esclusivamente al proprio benessere e di “puntare il dito” verso gli altri trova sempre minore resistenza e limiti. Certamente possono a volte notare– a livello delle istituzioni, ma non solo – alcune incertezze, carenze, decisioni contraddittorie circa le vie da intraprendere per garantire al tempo stesso sicurezza sanitaria e ripresa delle diverse attività; ma non bisogna nemmeno dimenticare, però, che la crisi che stiamo attraversando è realmente complessa, difficilmente prevedibile negli sviluppi futuri e carica di conseguenze differenziate nei molteplici settori della vita sociale. Dobbiamo perciò con lealtà riconoscerlo: le soluzioni non sono spesso facili da individuare, nonostante l’impegno e la buona volontà di molti rappresentanti della vita civile. “Carissimi, da tempo immemorabile questa città ha trovato nel suo Santo Patrono Matteo e in ciò che la sua vita rappresenta e testimonia – ovvero tutta la grandezza e ricchezza dell’annuncio evangelico e della tradizione cristiana – un punto di riferimento fondamentale per costruire una vita sociale fondata sugli ideali del rispetto della persona, dell’uguaglianza, dell’accoglienza della difesa del più debole, della carità. Quest’anno, nel quale, per le note ragioni, non si svolgerà la processione, siamo forse provvidenzialmente “costretti” a riandare all’origine vera e autentica della nostra devozione a San Matteo, per ritrovarne lì le radici più profonde e spirituali.”