La serataccia di Crotone fa parte del passato. Un ricordo brutto che deve far riflettere e che non dovrà essere rinverdito.
Mai più come allo Scida. Torrente e la squadra se lo diranno nel chiuso dello spogliatoio, dopo due giorni in cui hanno staccato la spina. Da oggi la squadra granata deve pensare al Trapani, altro avversario rognoso, ma un po’ meno rampante del Crotone. Lo si è sottolineato anche quando la Salernitana vinceva: questa squadra è stata costruita male, dà il senso di un’incompiuta perchè ha un’età media troppo alta per affrontare un torneo massacrante come quello di B, forse il campionato professionistico italiano in cui si corre di più, e non ha neanche una rosa ampia per poter dare l’opportuno riposo a qualche titolare che già sembra accusare il peso di un calendario che ha proposto sei gare in meno di un mese e che non sarà certo meno intenso da qui in avanti. Tutti devono sentirsi responsabili della disfatta di Crotone, ma, soprattutto, ognuno deve sentirsi ancor di più responsabilizzato per far sì che in futuro simili figuracce non si ripetano. Torrente è chiamato a trovare la soluzione ai mali che affliggono la Salernitana. Il tecnico non ha la bacchetta magica e nemmeno abbondano le risorse umane a cui attingere. La società ha operato male sul mercato, non per la qualità dei calciatori ingaggiati, ma per i tempi con cui si è mossa e per aver colpevolmente sottovalutato l’importanza degli under. Impensabile che il rientro di Nalini, cui da settimane Lotito fa riferimento, possa da solo bastare a restituire brillantezza, smalto, cambio di passo alla squadra granata, anche perchè si sta parlando di un calciatore fermo dal mese di marzo. Il mercato è un orizzonte troppo lontano ed allora non resta che fare fronte comune per affrontare al meglio le quindici partite che restano da giocare nel girone di andata. Ciò significa che Torrente dovrà poter sfruttare tutti gli effettivi a sua disposizione, giovani e non, compreso chi, come Sciaudone, è stato accantonato senza aver avuto il tempo di dimostrare il suo valore. La Salernitana è il bene comune che sta a cuore ad una città ed una tifoseria calde come poche e che non meritano altre mortificazioni come quella patita allo Scida. Forse, in questi mesi non sempre si è agito tenendo ben presente questo concetto. Ora, però, è il momento di rialzarsi dopo i quattro ceffoni presi in pieno volto ad opera dei ragazzi terribili di Juric.