Il braccio di ferro tra il Cesat e i condomini del Parco Arbostella sull’installazione del Tubo di Quench, impianto che serve a espellere l’elio utilizzato per un macchinario di risonanza magnetica, ha un vincitore: il centro medico di proprietà della famiglia Cobellis. La battaglia era iniziata a marzo, quando gli abitanti segnalarono a Palazzo di Città la presenza dell’impianto. Dopo che a maggio l’Inail aveva imposto la realizzazione almeno di un impianto provvisorio, per non compromettere la sicurezza dei lavoratori, ora il Tar si è espresso con una pronuncia di merito che boccia le determinazioni del Comune e consente ai titolari del centro medico di realizzare il tubo di Quench. Osteggiato dai residenti e bloccato dal Comune, il tubo di Quench ha avuto invece il via libera del Tribunale amministrativo, che annullando i provvedimenti degli uffici municipali, ha dato ora via libera all’impianto a servizio del centro medico di proprietà di Cobellis nel rione Arbostella. Come si ricorderà il Tubo è stato collocato all’interno di un totem pubblicitario in via Wagner, circostanza che aveva insospettito i residenti. Di lì un contenzioso legale approdato al TAR.
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