FUSANDOLA: LO STUDIO DEL CUGRI PER MONITORARE IL TORRENTE –

Sono vent’anni che a Salerno si opera silenziosamente ma energicamente sulla messa in sicurezza dei fiumi. Una corposa documentazione con lo studio del Cugri per monitorare tutto il percorso del Torrente Fusandola che è una  delle 17 aste fluviali

che attraversa la città di Salerno è stata presentata questa mattina in un incontro con la stampa convocato da Luca Caselli,  il dirigente a capo del Settore Ambiente per dimostrare che la deviazione del Torrente non è straordinaria, non stravolge il destino del corso d’acqua ed è un procedimento da sempre utilizzato. Sono infatti 7 fiumi che hanno parti tombate, 20 gli interventi per 22 milioni di euro effettuati nel corso degli ultimi vent’anni  con un unico obiettivo come ha spiegato l’ingegnere Massimo Natale del Settore Ambiente: mettere in sicurezza il territorio.
Una ricostruzione storica e geo morfologica del Torrente Fusandola ha consentito all’ingegnere Fabio Dentale del Cugri di  spiegare qual è il comportamento del Fusandola. Già nel 1830 il Fusandola era coperto e numerose sono le modifiche che nel corso degli anni sono state apportate . Il nuovo sistema idraulico , realizzato dopo l’alluvione del 1954  è progettato in modo che  le parti a monte devono trattenere i sedimenti solidi e fare in modo che a valle arrivi solo la parte liquida. Il consiglio che arriva alla fine dello studio è di valutare lo stato di efficienza del sistema di briglie a monte e l’ingegnere Caselli a sua volta coinvolto nel procedimento che sta analizzando tutta la procedura urbanistica sul torrente alla base della nascita del nuovo fronte del Mare non esclude che possa essere preso in considerazione nell’inchiesta. Ma l’obiettivo dello studio è soprattutto rispondere e placare una serie di allarmismi ingiustificati sul corso d’acqua.

Lo studio del Cugri dimostra infine che il deposito di sedimenti alla foce del torrente, è un fenomeno naturale ed anche in caso di eventi di elevata intensità saranno sempre e soltanto localizzati nella parte terminale .

Autore dell'articolo: Nicola Roberto