SALERNITANA: CORSA CONTRO IL TEMPO –

Qualcuno che c’era assicura che ieri, in via Allegri, fossero tutt’altro che allegri. Anzi, a giudicare dai toni delle voci l’aria era molto elettrica. Pugni sbattuti sul tavolo, porte chiuse in faccia: potrebbero essere tante le metafore buone per spiegare ciò che nelle ultime ore stia accadendo nel carteggio

tra la Figc e chi rappresenta la Salernitana. Un dialogo tra sordi più che una interlocuzione proficua e pacata. E si sa, quando ci sono problemi di udito, finisce sempre che si alzi la voce. Forse, però, più che l’udito il problema è il non voler comprendere ciò che traspare chiaramente dalle norme. La Salernitana deve cambiare proprietà: è su questo che il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha battuto dalla metà di maggio in poi. Certo, nei giorni scorsi, dinanzi allo stallo, reale o apparente che sia, voluto o meno che sia, delle trattative per la cessione della società granata, il numero uno del calcio italiano ha teso la mano, lanciando un salvagente a Lotito e Mezzaroma per non farsi travolgere da onde sempre più alte. E’ vero, una mezza apertura al trust c’è stata ma con paletti ben piantati a terra, stretti, strettissimi, roba da slalom speciale dell’epoca della valanga azzurra, quando urtare contro il legno non era certo piacevole. La Salernitana ha presentato la sua proposta di trust, corredata dal parere di un esperto in materia, il professor Rino Sica, ma non ha trovato le porte aperte ed il tappeto rosso in Figc. Ci sono ancora troppi punti su cui non c’è intesa. La Salernitana vorrebbe scegliere il trustee, cioè il gestore, indicare la valutazione del club per una futura vendita, avere più tempo per la stessa, tanto da aver prospettato la possibilità di arrivare anche alla fine della prossima stagione. Insomma, tutto ciò che la Figc non vorrebbe e che non sarebbe rispondente all’idea di non avere più il controllo del club. Ed ancora, ammesso che sulle mille sfumature del trust si trovi una intesa, a chi verrebbe affidata la gestione della parte sportiva? Il trustee dovrebbe avere competenze amministrative e quindi la responsabilità di gestire il patrimonio, ma le scelte tecniche a chi spetterebbero? Potrebbe essere l’attuale direttore sportivo, che lavora per Lotito e Mezzaroma da quasi un decennio, a tenere le redini del discorso? Ci spieghiamo: è credibile una situazione di tal fatta in cui, cioè, Fabiani possa operare rendendo conto solo al trustee, non indicato dalla attuale proprietà, senza più avere rapporti con i patron che, una volta accettato, eventualmente, il trust, non potrebbero più avere voce in capitolo? Ed ancora, se la Figc dovesse dire sì al trust, siamo sicuri che tutte le società di A e di B accetterebbero senza colpo ferire la cosa? Non doveva essere il trust il piano A, e, forse, non doveva essere nemmeno il piano B o C. Fino al 25 giugno tutto potrà ancora succedere e stando a quanto filtra da ambienti vicini alla stanza dei bottoni non sono ancora chiusi i giochi per la cessione. Chi è vicino a Gravina è informato della intenzione di Radrizzani di acquistare la Salernitana. Ci sarebbe stato anche un contatto diretto tra Claudio Lotito ed Andrea Lombardi, e chissà che non ci siano anche altri pretendenti. Di sicuro, il trust non rappresenterebbe una vittoria, non sarebbe che una scappatoia. E’ vero che in poco più di un mese è difficile cedere una società, ma, ci chiediamo, c’è la reale intenzione, è verificata ed acclarata la volontà dei proprietari di vendere? Claudio Lotito, in qualche uscita pubblica, ha ammesso a malincuore che era questa l’unica via. Marco Mezzaroma non è mai apparso troppo convinto, parlando di una continuità gestionale che, paradossalmente, sarebbe ancor più inaccettabile e sospetta agli occhi della Figc nella ipotesi del trust che non in caso di cessione. A nove giorni dallo scadere dell’ultimatum, la Salernitana resta in bilico. Non era certo così che doveva cominciare la nuova stagione. La speranza è che non finisca prima ancora di cominciare.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto