Un giro, ancora uno. L’ultimo, comunque vada, per Claudio Lotito e non solo. Il patron della Lazio non ha intenzione di sciogliere il vincolo, di liberare dalle catene della multiproprietà e degli interessi ad ampio raggio, quella che ha sempre definito la figlia minore. La Salernitana di Enrico Lotito e di Marco Mezzaroma, ma anche del plenipotenziario direttore sportivo che ha rilasciato in questi giorni dichiarazioni in merito allo stato dell’arte che sono apparse una invasione di campo rispetto alla sua area di competenza, è ancora e sempre prigioniera dei desideri di Claudio Lotito. Il patron è arroccato sulle sue posizioni: 75- 80 milioni per cedere il club oppure trust. Lotito ha avuto più di qualche contatto con degli imprenditori interessati a chiudere l’operazione, ma la valutazione che fa del suo bene è alta e tiene conto degli introiti certi – ossia i diritti tv – e di quelli che oggi sono ancora aleatori – gli incassi al botteghino che dipenderanno dalle norme anticovid – senza dimenticare il possibile paracadute in caso di retrocessione. Eppure, la Salernitana, che a busta paga ha 29 calciatori, ha più costi che valori in relazione al parco atleti attuale, giacché molti dei granata sotto contratto non rientrerebbero nei piani di Castori per la prossima stagione e sarà compito della dirigenza riuscire a collocarli altrove, chissà se e quanto in maniera vantaggiosa per le casse sociali. Un eventuale compratore dovrebbe, dunque, investire prima una cifra corposa per l’acquisto del club e poi mettere mano alla tasca per costruire una rosa in grado di competere per la salvezza, ma anche per allestire un centro sportivo di proprietà, passo indispensabile e fin qui mai fatto per poter poi sviluppare un discorso serio e di qualità per il settore giovanile, tallone d’achille dei dieci anni di gestione della proprietà romana. Sull’altro piatto della bilancia c’è il trust che non piace alla Figc, ma che sarebbe accettato da Gravina solo a patto che a fissare i paletti non fosse Lotito, ma l’ufficio legale di via Allegri. Siamo all’ennesima puntata di una vicenda che solo per chi ha memoria corta e poca onestà intellettuale è nata lo scorso 10 maggio. Era solo questione di tempo, ma il problema era lì. Il nodo multiproprietà tiene ora legata più che mai la Salernitana che lunedì non potrà ancora essere presente all’assemblea della Lega A. E il 25 giugno è sempre più vicino. E’ tempo di decidere per il bene della Salernitana, anzi è tempo di dimostrare che si vuole solo il bene della squadra granata. L’ultimo giro è il più importante: si tratta solo di scegliere se affrontarlo a testa alta.
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