“Come un treno che è passato, con un carico di frutti. Eravamo alla stazione, sì: ma dormivano tutti”. Forse, e diciamo forse, dev’essere andata più o meno così come racconta in una delle sue canzoni più popolari Ivano Fossati. Dev’essere andata per forza così sul tema multiproprietà. Erano tutti
alla stazione, ma nessuno era sveglio. I padroni del vapore erano tutti ai loro posti, ma con la testa tra le nuvole o, forse, semplicemente girata dall’altra parte, intenti a curarsi di altri aspetti. Ora che tutti dicono che la multiproprietà è un problema, anzi che tutti dicono di averlo sostenuto per primi, magari anche secoli fa, l’ultimo in ordine di tempo è stato il presidente della Lega B, Mauro Balata, ora, insomma, che tutti sono d’accordo, la domanda è semplice: ora che si fa? Che si fa con quelli che da anni denunciavano il problema e che venivano presi per pazzi e per gufi, capaci solo di vedere il marcio, di crearsi problemi inesistenti o che, comunque, si sarebbero prima dovuti presentare e poi, semmai, affrontare e, forse, con calma, risolvere? E, soprattutto, che cosa si fa con la Salernitana che, dopo cinque anni di anonimato, ha varcato le Colonne d’Ercole approdando in serie A senza chiedere il permesso a nessuno? La domanda se la sarà anche posta Claudio Lotito, che intanto prosegue la sua battaglia per quel seggio al Senato che rincorre dal 2018, ma senza scomporsi più di tanto. In fondo, al patron piace far parlare di sé, proponendo anche soluzioni ardite. La domanda non se l’è posta la Lega B che ha ospitato fino a maggio la Salernitana e che anzi è stata ben felice di veder uscire dalla sua giurisdizione un club tutt’altro che amico del presidente in carica. La domanda ha cominciato a porsela in maniera sempre più preoccupata il presidente della Figc che si è appellato ai regolamenti in vigore ed ha pure dato un ultimatum, poi prorogato, ma che sa bene come, dietro l’angolo, in caso di esclusione dalla serie A della Salernitana, sia già pronta una bella causa per risarcimento danni. Giusto per non smentire la sua fama di uomo dedito alle battaglie, ieri Claudio Lotito avrebbe pure capeggiato la sommossa dei club di A scontenti dell’attuale governance, troppo appiattita per non dire asservita alla Figc. Un modo come un altro per agitare la vigilia del nuovo viaggio a Londra per la gara della Nazionale a Gravina che domani dovrà affrontare in Consiglio Federale la delicata questione della Salernitana, club sano economicamente, ma con un problema che ora, pure quelli che dormivano alla stazione, hanno ammesso di conoscere. Ora che tutti sono consapevoli del problema, però, bisognerebbe trovare una soluzione e su questo ci sono spaccature politiche e regolamentari. E sullo sfondo resta l’unica via che, se imboccata, sbloccherebbe l’ingorgo, ma che Lotito non ha voluto prendere ancora in considerazione: cedere la Salernitana e far ripartire quel carico fermo alla stazione.