Lascia la Regione e l’incarico di capo della segreteria tecnica del governatore e torna al lavoro nel partito. Come un fulmine a ciel sereno Nello Mastursi ha rassegnato le sue irrevocabili dimissioni dall’incarico che aveva conquistato sul campo, pazientemente, con un oscuro ma preziosissimo lavoro dietro le quinte. Ufficialmente non riusciva a gestire il doppio incarico ma dietro le dichiarazioni di facciata è assai probabile che si nasconda dell’altro. C’è infatti chi ipotizza che le dimissioni siano arrivate a causa di un’inchiesta giudiziaria. Pare, infatti, che nelle scorse settimane l’ufficio di Mastursi a Palazzo Santa Lucia, sia stato perquisito dagli agenti della squadra mobile di Napoli, coordinati dal dirigente Fausto Lamparelli nel corso della perquisizione gli sarebbe stato anche sequestrato il telefono cellulare. L’uso del condizionale è quanto mai d’obbligo visto e considerato che sul punto manca notizie ufficiali, conferme. Ma neanche smentite. Le indagini, a quanto pare, sarebbero condotte dalla Procura di Roma e non da quella di Napoli, elemento questo che, se possibile e, soprattutto, se confermato, renderebbero ancora più complicata la situazione. Il riserbo sulla vicenda è totale: non si sa se i pm e la polizia si stiano concentrando sull’attività politica di Mastursi o sulla sua vita privata. Ovvio che il pensiero di molti, se non di tutti, sia volato alle inchieste aperte dalla Procura di Salerno sui rimborsi elettorali della lista «Campania Libera» o sulla presenza di personaggi alquanto scomodi durante la campagna di tesseramento. Ma se così fosse perchè la Procura di Roma? Anche per questa ragione non viene esclusa neanche una vicenda di carattere strettamente personale. Resta il mistero, l’unica spiegazione delle dimissioni, dunque, al momento resta quella fornita dal comunicato della Regione. “L’impossibilità di coprire contemporaneamente il ruolo di responsabile politico dell’organizzazione del Pd regionale a fronte di un impegno sempre più rilevante in vista delle prossime amministrative e un ruolo istituzionale del tutto assorbente per il carico di lavoro e i ritmi di attività impressi dalla nuova amministrazione in tutte le politiche di settore”. E per il momento, in assenza di nuovi elementi, resta questa spiegazione.
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