Non prendere gol è sempre una gratificazione per un portiere, ma in generale per tutta la squadra. La Salernitana ha provato questa soddisfazione solo una volta in campionato ed in generale per due partite in stagione: con il Genoa in campionato e con la Reggina in Coppa Italia. Poco, troppo poco per una squadra che deve salvarsi e che anche il robusto mercato di gennaio non ha reso più solida ed impenetrabile. Sepe, Dragusin, Fazio, Mazzocchi sono stati gli innesti per il reparto arretrato, ma ancora non è arrivato il sospirato momento in cui alla voce gol subiti dopo una gara si possa leggere: zero. Durante la sosta, Davide Nicola si è soffermato anche su questo aspetto. La difesa, meglio la fase difensiva della Salernitana, deve migliorare trovando quella sintesi che finora è mancata tra la ricerca di una maggiore incisività nell’area di rigore avversaria ed una più efficace protezione della propria. Per questo non si esclude neanche il varo della difesa a tre che la Salernitana ha adottato con Castori e Colantuono e che con Nicola si è vista solo per uno spicchio di partita a San Siro, nel secondo tempo della gara con l’Inter. Come è giusto sottolineare, il modulo non è la cosa più importante. Per vincere le partite come per non subire reti, nel calcio contano equilibrio, mentalità, idee ed anche capacità di saper avere un piano alternativo. Chiudere la porta di Sepe sarà fondamentale per riuscire a trarre il massimo beneficio possibile dai gol degli attaccanti. Nel girone di ritorno, la Salernitana ha subito gol contro Verona, Lazio, Napoli, Spezia e Genoa, ossia nelle cinque gare con Colantuono alla guida. Ed altrettanto ha fatto anche con Milan, Bologna, Inter, Sassuolo e Juventus. Dieci gare e ventitré gol subiti. Media di 2.3 a partita. Troppo, decisamente troppo, se si vuole puntare alla salvezza. La porta di Sepe va protetta di più e meglio. Serviranno attenzione e determinazione ancora maggiori e, magari, anche qualche accorgimento tattico che riguardi pure gli altri reparti perché è la squadra nel suo complesso che deve mostrare sul campo quella attitudine a non subire gol che è una delle caratteristiche principali per una matricola a caccia di punti salvezza. Il Toro non è stato molto prolifico nell’ultimo periodo e bisognerà fare in modo che la vena realizzativa di Belotti e compagni non si risvegli proprio all’Arechi.
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