Le palizzate sulle spiagge salernitane dovranno rispettare le disposizioni emanate dall’ordinanza balneare comunale firmata ieri dal direttore del SETTORE TRASFORMAZIONI URBANISTICHE UFFICIO DEMANIO del Comune di Salerno Davide Pelosio.
Le perplessità e i dubbi dei consiglieri comunali di palazzo di città di Salerno, Rino Avella ed Antonio Cammarota che facevano eco alle sollecitazioni di numerosi cittadini e bagnanti che in questi giorni vedevano nascere sugli arenili salernitani delle vere e proprie barriere di legno trovano oggi una replica per legge su cosa si può e non si può fare. Nulla dunque sarà lasciato al libero montaggio perché c’è un’ordinanza da rispettare che come ha dichiarato il Consigliere Comunale Gennaro Avella, che aveva chiesto un intervento degli uffici comunali preposti, oggi contiene gli elementi necessari alla sistemazione, finalmente degna e civile, degli arenili in concessione.
In pratica il punto 2 dell’Art. 4 dell’ordinanza stabilisce che le zone concesse possono essere delimitate perpendicolarmente alla linea di costa fatta salva la fascia dei 3,00 metri dalla battigia con sistema a giorno ad altezza non superiore a metri 1,30 che non precludano, in ogni caso, la visuale al mare e laterale del paesaggio. In tal senso, le delimitazioni tra arenili contigui (liberi o in concessione che siano) dovranno essere realizzate con paletti in legno, regolarmente distanziati tra loro, collegati corde e cordami e non con fasce di legno. E’ quindi così espressamente vietato il posizionamento / installazione di palizzate / recinzioni’.
La regolamentazione delle spiagge è aspetto necessario. Tanto premesso dispiace, però, constatare che ai concessionari sia necessaria una Ordinanza per proporre un modello moderno di gestione. Così il consigliere comunale Rino Avella Presidente della IV Commissione Consiliare Permanente Sport, Politiche Giovanili e Innovazione, uno dei primi a sollevare critiche sui montaggi di palizzate in corso
In assenza di tale precisazione vincolante avremmo assistito nuovamente a scelte non consone e non adeguate. Vecchie, anacronistiche ed improponibili in relazione – soprattutto – al vantaggio offerto dalla grande opera pubblica di ripascimento e riqualificazione soprattutto a coloro che, offrendo servizi, sulle spiagge realizzano attività economiche.
Questo è solo il primo passo verso la riorganizzazione complessiva delle strutture balneari. In sede di Consiglio comunale proporremo di liberare la visuale del mare da edificazioni risalenti agli anni sessanta e non più compatibili con la visione di sviluppo e modernità che abbiamo di Salerno”.