SALERNITANA: VITTORIA E SORPASSO CON LA MUSICA DI VERDI

Tredici punti nelle ultime cinque partite, sette gare disputate in poco più di un mese e solo in una occasione, col Toro in casa, a secco di gol: la Salernitana di Davide Nicola è sbocciata in primavera, dopo la pioggia dei primi di aprile. Ora sul cielo sopra l’Arechi c’è un arcobaleno a forte prevalenza granata e di verdi speranze. Verdi come il cognome del match winner di ieri, quel Simone da Broni, classe ’92, che aveva segnato solo quattro gol in 69 partite col Torino e che ieri ha trovato il quarto centro alla dodicesima presenza con il granata della Salernitana addosso. I gol per lui sono stati due ieri, visto che il primo lo ha segnato il suo amico Bonazzoli su rigore. L’abbraccio tra loro, compagni di squadra anche al Toro con Nicola allenatore, dopo il calcio di rigore trasformato dal bresciano è stato l’abbraccio di tutta una città, che ha sentito non il dovere ma la necessità di fermarsi ieri pomeriggio per concentrare sforzi ed energie sulla partita che poteva valere il sorpasso in classifica ai danni del Cagliari. Davanti ai ventiduemila e passa dell’Arechi la Salernitana ha messo in mostra la dote migliore che una squadra invischiata nella bagarre salvezza possa avere: la capacità di esaltarsi nella sofferenza. Le fatiche di una rimonta a perdifiato e della gara giocata solo tre giorni prima a Bergamo si sono fatte sentire e la rete iniziale su calcio di rigore, il primo in casa della stagione, assegnato da Mariani dopo consulto al var, ha messo in lieve discesa una gara difficile contro un Venezia all’ultima spiaggia, deciso a giocarsi il tutto per tutto. Il recupero in difesa di Radovanovic ha comportato lo spostamento sul centro- sinistra di Fazio. E proprio l’argentino ha suonato la carica, prendendo tante iniziative in proiezione offensiva e propiziando con un suo cross il corner da cui è scaturito il penalty a favore della Salernitana, concesso dall’arbitro per un fallo di mani di Ceccaroni su tiro verso la porta ancora di Fazio. Dopo tre minuti e mezzo interminabili di discussioni, Bonazzoli ha mantenuto la freddezza per battere con un sinistro incrociato rasoterra il portiere avversario ed ha fatto esplodere un Arechi già caldissimo dalle prime ore del pomeriggio. Il vantaggio lampo ha permesso alla Salernitana di gestire il primo tempo, controllando la reazione dei lagunari e creando anche i presupposti per il raddoppio. Qualche errore tecnico di troppo al momento della rifinitura dell’azione ed un salvataggio quasi sulla linea di un difensore su una zampata in area di rigore di Djuric hanno impedito alla squadra di Nicola di raddoppiare e di potersi regalare un secondo tempo con minore sofferenza. Il Venezia ha trovato il pareggio con Henry dopo dieci minuti della ripresa, coronando uno sforzo offensivo notevole e che ha fatto onore ad una squadra reduce da nove sconfitte di fila, ma desiderosa di non lasciare nulla di intentato come era giusto che fosse. Nicola ha pescato dalla panchina Verdi e Kastanos, ma ha dovuto anche inserire Belec per Sepe, rimasto contuso nell’azione del pari ospite. Tre cambi decisivi, visto che Verdi ha realizzato il gol del nuovo e definitivo vantaggio, avventandosi con una incredibile furia agonistica su un pallone vagante tenuto vivo da Ederson e Kastanos. Controllo di destro e stoccata di sinistro e poi una corsa felice finita in ginocchio sotto la tribuna dove Danilo Iervolino ha assistito dal vivo alla sua prima vittoria interna da presidente della Salernitana, soffrendo insieme a tutto lo stadio per l’assalto finale del Venezia, sventato anche da due uscite di Belec e sublimatosi nella punizione mancina di Aramu, passata a centimetri dal palo della porta granata. Perotti ha propiziato l’espulsione di Ampadou nel finale e le sue lacrime a fine partita rendono bene l’idea dello spirito che anima il gruppo di Davide Nicola, su cui ieri, dalla tribuna, ha vegliato anche il diesse Sabatini, che già all’uscita dallo stadio non aveva in testa che la gara di domenica col Cagliari. Tra due giorni si torna in campo. Così ha voluto un calendario certamente non illuminato ed equilibrato, ma la Salernitana oggi è squadra vera, che soffre, spera e sogna con un unico cuore. Da oggi si volta pagina. C’è il Cagliari all’orizzonte e poi Empoli ed Udinese. Un passo alla volta, come ha fatto finora, la Salernitana sa che non è ancora tempo di fare calcoli.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto