Oltre settemila tifosi al seguito, una vera e propria invasione granata al Castellani dove sabato pomeriggio la Salernitana si giocava una bella fetta di salvezza. Al termine del match c’era grande rammarico per il pareggio che lasciava i giochi aperti ed imponeva di attendere i risultati di Genoa e Cagliari. Ieri sera si è tirato un collettivo sospiro di sollievo. La sconfitta dei liguri a Napoli e quella dei sardi in casa contro l’Inter hanno sancito la retrocessione del grifone, che fa compagnia al Venezia, e la salvezza aritmetica della Sampdoria. La Salernitana resta padrona ed artefice del suo destino: battendo l’Udinese all’ultima giornata, la squadra granata sarà salva a prescindere da ciò che avrà fatto il Cagliari a Venezia. Granata a quota 31 in classifica, due punti in più dei sardi che, però, hanno una migliore differenza reti e, pertanto, potrebbero salvarsi in caso di arrivo a quota 32 di entrambe le squadre. Sarebbe già stata festa salvezza per la Salernitana, una volta archiviati i risultati delle dirette concorrenti, se ad Empoli fosse arrivata la vittoria. Il rigore fallito da Diego Perotti è stato l’ennesimo segnale del destino che aveva riservato per i granata altri novanta minuti di attesa e sofferenza. L’argentino è andato deciso sul dischetto, ma ha calciato in maniera debole e prevedibile, esaltando i riflessi di un Vicario in giornata di grazia, pronto a fare di tutto pur di stoppare la corsa della Salernitana e favorire il suo club di appartenenza, il Cagliari che, per inciso, ne sta già trattando la cessione alla Fiorentina. Non a caso, sabato pomeriggio, al Castellani c’era Joe Barone, il braccio destro del presidente viola, Commisso. La partita è stata giocata in un clima quasi estivo per via di una temperatura superiore ai venticinque gradi, con le due tifoserie pronte a fare festa. Quella di casa per la salvezza già raggiunta, quella granata desiderosa di muovere un passo deciso e decisivo verso la meta agognata. Nel primo tempo la Salernitana ha cercato di sbloccare la partita, specie su calcio da fermo, ma la difesa toscana ha retto, anche grazie a qualche salvataggio rocambolesco nei pressi della linea di porta. Il gol di Cutrone ha spezzato l’equilibrio intorno alla mezzora. La verticalizzazione di Verre ha trovato una prateria invitante per l’incursione in area di rigore dell’ex Milan, che ha trafitto Sepe con una conclusione secca e potente. La Salernitana ha provato a scuotersi subito con un tiro di Radovanovic, fondamentale nella ripresa quando Nicola ha deciso di spostarlo a centrocampo per dare ordine e geometrie alla manovra che nel primo tempo era stata meno precisa. L’assenza di Bohinen s’è sentita e Lassana Coulibaly ha confermato di trovarsi meglio da mezzala. Obi a sinistra ha trovato pochi sbocchi e l’ingresso di Zortea è apparso quanto mai opportuno così come quello di Bonazzoli. Nicola ha provato la carta del tridente, lasciando per diversi minuti in campo anche Verdi apparso più nel vivo dell’azione quando è riuscito a ricevere palloni giocabili sulla trequarti. Vicario si è superato in almeno tre circostanze, mentre ancora Cutrone ha sfiorato il gol per la squadra di Andreazzoli. La Salernitana ha raggiunto il pari grazie ad una spettacolare rovesciata di Bonazzoli, che ha dovuto inventarsi una soluzione ad altissimo coefficiente di difficoltà per superare Vicario nell’unica occasione in cui l’estremo di casa ha avuto una incertezza. Poi l’episodio del rigore. Perotti ha messo al centro per Mamadou Coulibaly, al suo ritorno in campo dopo quasi due mesi: l’arbitro Massa non ha giudicato falloso l’intervento di Romagnali sul centrocampista granata, ma il var ha evidenziato l’irregolarità e così il direttore di gara ha cambiato la sua decisione. Dal dischetto Perotti non ha scritto quel finale da libro cuore che la sua storia, fatta di quasi due anni di sofferenze e trepidazioni, avrebbe meritato. Tiro molle, telefonato: per Vicario è stato fin troppo facile. Nel finale ancora qualche folata da una parte e dall’altra, ma il risultato non è cambiato.
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