Famiglia, scuola, enti locali, centri di aggregazione: tutti devono cooperare per contenere il fenomeno della nascita di baby gang. Gruppi di giovani che condividono un’identità comunitaria, si organizzano tramite i social e fanno della violenza, scatenata da futili motivi e a volte sollecitata anche dall’uso di droghe, uno dei loro scopi. Spesso però non c’entra la criminalità organizzata, ma dentro le baby gang possono esserci anche giovani appartenenti a buone famiglie e annoiati, come ha sottolineato nel corso del suo intervento, il comandante provinciale dei carabinieri di Salerno Gianluca Trombetti, al convegno che si è svolto ieri pomeriggio nell’aula magna della cittadella giudiziaria di Salerno, organizzato dall’associazione Iuris Prudentes. D’accordo sulla necessità di rispondere al fenomeno con un’azione Interistituzionale anche il Capo della Procura di Salerno Giuseppe Borrelli.
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