Tre sconfitte all’Arechi in quindici partite disputate; oggettivamente tante per una squadra che punta alla conquista di una salvezza tranquilla. Al netto degli infortuni e delle defezioni in difesa che pure stanno avendo la loro influenza, la Salernitana continua a fornire la sensazione, forse qualcosa in più, di una squadra senza grande personalità, sempre sul filo, in bilico, poco affidabile sul piano della tenuta tecnica e mentale. Viaggiano in tandem i due aspetti, impossibile scinderli, e quando la squadra di Torrente è “collegata” riesce anche ad andare oltre i propri acclarati limiti, mentre quando, come successo venerdì sera, alle lacune tecniche si aggiungono anche limiti mentali, ovvero scarsa personalità, tutto diventa ancora più difficile. Nello specifico impossibile. Il torneo è ad un terzo del suo cammino e la Salernitana è sempre più invischiata nelle sabbie mobili della bassa classifica. 15 punti in 15 partite sono una media da retrocessione: è inutile nascondersi. La Salernitana ha carenze strutturali in organico ed è un dato oggettivo ma contro la Pro Vercelli c’ha messo del suo anche il tecnico sbagliando approccio iniziale, tattica di avvio e correzioni in corsa. Una serataccia anche per il tecnico di Cetara che fino a venerdì scorso aveva dimostrato buona capacità di lettura delle gare sia in fase di preparazione che a partita in corso. Perché? Perché nel tentativo, quasi doveroso, di far coesistere Coda e Donnarumma, esercizio tanto necessario quanto semplice dal punto di vista tecnico, il tecnico ha snaturato troppi giocatori quando, invece, avrebbe potuto assecondare i suoi “desideri” senza per questo mandare in bambola la squadra. Il modulo con due attaccanti va assolutamente riproposto, mentre va rimodulato tutto il testo con scelte chiare e gerarchie certe. Fin qui Torrente ha dovuto fare i conti con l’epidemia di centrali difensivi, infortuni e squalifiche, indubbiamente un handicap di non poco conto pagato a carissimo prezzo, ma non per questo bisogna ora alzare “bandiera bianca” e rinunciare alla lotta. Solitamente le squadre si costruiscono partendo dalla difesa, Torrente – visto che in difesa non ha molte soluzioni – deve necessariamente invertire l’ordine e partire dall’attacco avendo il coraggio di sacrificare anche un “totem” come Gabionetta in chiaro calo di forma. Le gerarchie di inizio stagione sono state rimodulate: Coda e Donnarumma, quindi due esterni in grado di azionarli, di innescarli, senza per questo sguarnire una difesa già traballante. Come? Anche facendo ricorso al “3-5-2” più volte evocato in questo lungo passaggio a vuoto. Per il momento la posizione di Torrente non è in discussione, Marco Mezzaroma e Claudio Lotito poi, hanno blindato il tecnico di Cetara facendo appello, soprattutto, alle tante traversie, assenze e sviste arbitrali che la Salernitana ha dovuto subire in questo primo terzo di stagione. Non propriamente il massimo per le orecchie di Cetara che, già condannato all’isolamento (non ha al suo fianco un collaboratore fidato nda), avrebbe gradito – forse – un posizione più chiara, argomenti più concreti.
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