Due giorni di celebrazioni, festeggiamenti, ricordi. La gioia e la memoria, il passato che resta scolpito nel cuore ed il futuro che riempie pensieri, sguardi, sogni. Salerno ha riservato l’ennesimo tributo d’amore e passione alla sua squadra. Lo ha fatto con la messa al Duomo, voluta dalla Generazione Vestuti del presidente Molinara, con la gli striscioni esposti al Vestuti, dove gli Ums hanno festeggiato anche i loro dieci anni di vita, aspettando la mezzanotte per fare gli auguri alla Salernitana nel tripudio di bandiere, cori, sciarpe, luci tutte rigorosamente granata, alla presenza dell’ad del club, Maurizio Milan, giunto in città nel pomeriggio di sabato e catapultato nel cuore del tifo granata, in quel Vestuti a cui anche Iervolino ora strizza l’occhio. Milan ha partecipato ieri mattina alla cerimonia nella quale sono state scoperte le targhe in memoria di Bruno Somma e Fulvio De Maio. Prossimamente sarà il turno anche di Bruno Carmando. L’ascolto e la conoscenza sono elementi indispensabili per chi, non essendo salernitano, deve ora operare per il club. Alla Salernitana non mancano competenze specifiche, voglia di investire e di programmare. Manca, al momento, una figura che possa indirizzare anche chi ora rappresenta il club, qualcuno che sia memoria storica e figura riconosciuta dalla tifoseria e dal tessuto cittadino, che possa accompagnare i passi delle più alte cariche dirigenziali del club. Magari, riuscendo ad organizzarsi per tempo, oltre al sempre presente Salvatore Avallone, anche qualche altra figura apicale del club avrebbe potuto presenziare alla funzione al Duomo, sabato mattina. Bene ha fatto Iervolino, ieri sera, a presenziare alla festa organizzata all’Arechi. Bene ha fatto l’ad Milan a vivere le emozioni delle celebrazioni di sabato sera che gli hanno fatto capire ancora di più cosa sia la Salernitana per la città di Salerno e quanto onore e quanta responsabilità siano in capo a chi lavora per il club granata. Lo ha detto ieri mattina, sempre al Vestuti, dove era intervenuto per ricordare le figure di Bruno Somma e Fulvio De Maio. Senza memoria, senza conoscere il passato, non si può costruire un grande futuro. Lo sanno anche i vertici del club granata che sono pronti ad innovare, ma sono consci anche dell’importanza di conservare il legame con le radici.
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