MERCATO: ATTESA E PROMESSE –

La premessa è d’obbligo: con il mercato aperto fino al 31 agosto, nessun giudizio può essere definitivo. Tuttavia, se hanno, e lo hanno certamente, un peso le parole pronunciate da Davide Nicola sabato sera, la Salernitana non è ancora completa e competitiva. Ancora, appunto. Sulla valutazione allo stato attuale della rosa pesano anche gli infortuni. Quello di Lovato richiede una risposta importante da parte della società sul mercato perché bisogna rimpiazzare un titolare con un elemento della stessa caratura. Per Bradaric, invece, resta la necessità di avere in rosa un sostituto che possa dargli il cambio all’occorrenza. La proprietà aveva lasciato intendere che la rosa sarebbe stata definita quasi interamente prima della partenza del ritiro. Il tempestoso divorzio da Sabatini e l’ingaggio di un nuovo direttore sportivo che ha potuto operare alla luce del sole per il club granata solo dal primo luglio hanno sicuramente influito sulla tempistica dei rinforzi. Tuttavia, il club granata ha finora portato a termine otto trattativa: solo Pirola è approdato alla corte di Nicola in prestito, mentre Botheim, Lovato, Bradaric, Valencia, Sambia, Bonazzoli e Kastanos sono tutti di proprietà ed hanno sottoscritto vincoli pluriennali. Se gli infortuni fanno parte del gioco, ma non sono imputabili a nessuno, c’è da dire che la cessione di Ederson ai primi di luglio è stata una scelta precisa del club, che aveva un patto d’onore col calciatore brasiliano, e, dunque, doveva essere già preventivata la necessità di reperire un sostituto. Non è facile trovare un calciatore con le stesse caratteristiche di Ederson, ma certo non è il ritorno di Kastanos la risposta esauriente alla grossa perdita sul piano tecnico che ha rappresentato l’addio dell’ex Fortaleza. Da Thorsby in poi, passando per altri profili, la Salernitana è stata segnalata sulle tracce di diversi centrocampisti ma ancora non ha sciolto le riserve. Probabile che si aspetti una risposta dalla Juventus,  non tanto per Rovella quanto per Miretti, mezzala dal futuro assicurato e dal presente non così certo alla corte di Allegri. Si vedrà. Serve, però, anche qualcosa in più in termini di sostanza ed esperienza, anche perché si fanno sempre più insistenti le voci di un addio di Mamadou Coulibaly, seguito da Perugia e Spal. Da qualche giorno rimbalza da Roma il nome di Akpa Akpro che la Lazio prelevò dalla Salernitana nel 2020 con l’impegno di corrispondere ben dodici milioni di euro al club granata con tempi e modalità particolari. In attacco, al momento, non c’è una urgenza tecnica quanto una di immagine, esternata più volte dal presidente Iervolino che vorrebbe regalare e regalarsi un grande colpo anche per provare a far impennare il dato degli abbonamenti. Non sarà, però, neanche il possibile grande colpo in attacco a determinare un boom in una campagna finora da sei mila e passa tessere sottoscritte, che si chiuderà la settimana prossima. Ci vorrebbe un ritmo da mille abbonamenti circa al giorno per raggiungere quel tetto dei quindicimila che il patron ipotizzava. Una prospettiva nemmeno impossibile per una piazza calda e passionale come Salerno. Sulla congruità dei prezzi ognuno fa le sue valutazioni. Da una società che aveva dichiarato di voler portare le famiglie allo stadio, però, ci si attendeva una attenzione maggiore verso le fasce più giovani, magari prevedendo tariffe più modiche per gli under 12 ed allargando agli under 18 la fascia dei biglietti ridotti. Sono scelte, però, che chi mette i capitali deve fare in piena autonomia. Magari, però, prima di sbandierare programmi ed obiettivi, bisognerebbe avere ben chiaro in testa come perseguirli. Idem col settore giovanile che era stato al centro del programma di rinnovamento del club e che ora è affidato a Stefano Colantuono, uomo espertissimo delle cose del calcio ma con nessuna esperienza pregressa in materia: più che una rivoluzione, per ora è stato un rimpasto. Insomma, tra ciò che si era detto di voler fare e ciò che si è fatto o si sta facendo c’è qualche discordanza ed è questo, più che il prezzo dell’abbonamento o l’evolversi del mercato in sé, ad aver in parte sopito gli entusiasmi dei mesi precedenti. Iervolino ha accusato il colpo, anche se prova a rilanciare, e, forse, avrà tratto una lezione importante per un presidente: non si può piacere a tutti e non si può dire sì a tutto e tutti, ma, al tempo stesso, bisogna fare tanto ed in silenzio. La società ha sostenuto ingenti spese per adeguare i campi di allenamento e dotarli di apparecchiature utili a squadra e staff tecnico; s’è detta pronta ad installare di tasca propria i tornelli per aprire la curva nord ai tifosi di casa; sta lavorando per costruire un centro sportivo degno di tal nome. Opere e progetti lodevoli, roba mai vista ed in parte nemmeno mai sentita da queste parti. Da gennaio ad oggi, come è naturale che sia, sono state fatte cose buone e cose meno buone e gli investimenti sono stati notevoli. Nessuno può disconoscerlo. Ora, però, c’è bisogno di dare concretezza e sostanza ai programmi stilati a tavolino nelle scorse settimane. Non tutto e subito, ma qualcosa andrebbe fatto nei prossimi giorni per poter mettere Nicola nelle condizioni di lavorare con un gruppo più definito e vicino a quello da lui immaginato alla vigilia della partenza per il ritiro.

 

Autore dell'articolo: Nicola Roberto