Il blocco del turnover, il giusto orario, diventa sempre piu’ difficile riorganizzare il lavoro se si vogliono rispettare le nuove norme e garantire una buona assistenza. Una soluzione praticamente impossibile per una coperta che diventa sempre piu’ corta e che ora deve fare i conti anche con i turni e i riposi obbligatori dei camici bianchi, degli infermieri e degli ostetrici. In base a questo nuovo scenario nessuno deve lavorare più di tredici ore di fila e tutti hanno diritto a uno stacco di almeno 11 ore tra un turno e l’altro e a 24 ore consecutive a settimana di riposo. Una situazione che rischia il collasso perchè ora i buchi non si possono piu’ con gli straordinari per i quali le strutture sanitarie negli ultimi anni pagano una cospicua cifra quando con conti alla mano sarebbe più conveniente assumere nuove persone. L’unica soluzione è lo sblocco del turnover è l’appello che arriva da piu’ parti altrimenti non si potrà piu’ andare avanti. Per i pazienti liste di attesa più lunghe e operazioni rimandate, sul fronte assunzioni tutto tace sempre piu’ concreta la possibilità accorpare alcuni reparti. Mentre il reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’ospedale di Cava de’ Tirreni dove non si riesce a garantire la copertura dei turni dopo il il pensionamento di due ginecologi preoccupa anche il taglio quasi certo dei reparti di Eboli, e Mercato San Severino mentre sarebbero in bilico quelli di Polla, Vallo della Lucania e Sapri, dove si è ancora in attesa di una decisione su come intervenire. La decisione scaturirebbe come ha dichiarato cardiochirurgo Enrico Coscioni, consulente per la sanità del governatore De Luca dalla necessità di eliminare i reparti doppione, quelle strutture gemelle a cinque chilometri di distanza, come i punti nascita al di sotto dei 500 parti all’anno. una disposizione prevista nel piano ospedaliero regionale, che fissava il numero minimo di parti che le strutture devono effettuare per garantire opportuni standard di qualità e sicurezza in 500 all’anno. Praticamente si continua ad applicare il decreto 49 del 2010, quello che ha determinato la chiusura dei nosocomi di Scafati ed Agropoli, che prevedeva accorpamenti dei punti nascita. Attualmente in provincia di Salerno sono dodici i punti nascita pubblici: Nocera Inferiore (1397 nascite l’anno), Ruggi di Salerno (1312), Villa del Sole di Salerno (1058), Battipaglia (918), Sarno (717), Clinica Malzoni di Agropoli (540), Eboli (448), Mercato San Severino (447), Tortorella di Salerno (429), Polla (361), Cava de’ Tirreni (350), Sapri (327), Vallo della Lucania (320).
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