Da oggi al lavoro per preparare la gara con la Lazio, Paulo Sousa ha già cominciato a studiare la rosa della Salernitana. Oltre ad aver assistito dal vivo ala gara di Verona, il neo allenatore granata ha visto anche altre partite per capire meglio le caratteristiche della rosa ed approfondirne pregi e difetti. Domenica per lui ci sarà un battesimo niente male. All’Arechi arriverà la Lazio di Maurizio Sarri, uno degli allenatori più capaci di incidere sulla propria squadra. Il 4-3-3 biancoceleste si esprime al meglio quando Immobile è al top ed il bomber ex Torino in questo momento sta recuperando da un infortunio e nelle prime uscite dopo lo stop non ha brillato. Ci sono tanti calciatori importanti nella rosa della Lazio per cui Paulo Sousa dovrà prima di tutto capire come affrontare la partita per riuscire a risolvere uno dei grandi problemi della Salernitana di questa stagione: la fragilità difensiva. Difesa a 3 o a 4, il trainer portoghese non è un integralista. A Firenze, tanto per soffermarsi sull’unica esperienza in Italia da allenatore, Sousa, che da calciatore ha giocato anche con Inter e Juventus nella nostra serie A, ha alternato più moduli, trovando una certa continuità di rendimento con il 3-4-2-1, lanciando Federico Chiesa ed avvalendosi del talento di Federico Bernardeschi, entrambi poi passati alla Juventus. Con la nazionale della Polonia ha spesso utilizzato il 3-5-2, ma nessuna soluzione tattica prevale sulle caratteristiche dei calciatori e, dunque, Sousa porterà le sue idee ma le modellerà sulla base del materiale a disposizione. La Salernitana è abituata a giocare con la difesa a 3 e, dunque, non sarebbe un problema riproporla, ma di recente la squadra granata ha adottato anche la soluzione con la linea a quattro. Più che il modulo, conterà l’attenzione ai particolari, la possibilità di sfruttare riferimenti precisi in ciascuna delle due fasi così da avere una squadra in grado di muoversi sul campo con piena consapevolezza delle sue qualità. In attesa dei rientri di Mazzocchi, Fazio e Maggiore, Sousa potrebbe rilanciare Daniliuc e soprattutto Bohinen che gioca nella stessa posizione che occupava il portoghese da calciatore. Possesso palla, controllo del gioco, propensione ad attaccare restando compatti. Paulo Sousa dovrà poi intensificare anche il lavoro fisico, visto che il gruppo granata era abituato a sedute piuttosto brevi. Per salvarsi conterà anche la fame, la voglia di arrivare per primi sul pallone, tutte componenti che trovano più facilmente esaltazione quando testa e gambe sono curate nella maniera giusta. La Salernitana da tempo era una squadra spenta, senza un faro né un orizzonte certo. Ora toccherà a Paulo Sousa darle motivazioni, obiettivi, regole. La prima e fondamentale è fin troppo evidente: da oggi si dovrà lottare con le unghie e con i denti per centrare la salvezza.
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