La Segreteria Regionale della CISL FP della Campania ha proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale del comparto della sanità pubblica e privata accreditata, annunciando per il 20 aprile una manifestazione di tutti i lavoratori del settore. La necessità di scendere in piazza – dichiara il Segretario Generale della CISL FP di Salerno Miro Amatruda – è oramai l’unica strada per rivendicare e difendere il diritto alla salute, compromesso da tensioni costanti nel personale a causa della marcata e grave carenza di operatori a tutti i livelli del comparto che purtroppo stanno minando alla base il diritto fondamentale alla salute di tutti i cittadini della Campania e delle province. Sulla materia interviene il Segretario Provinciale della CISL FP Alfonso Della Porta che sottolinea che nel quotidiano stiamo assistendo in vari presidi al ridimensionamento di alcune attività, a fenomeni di accorpamento e addirittura di chiusura definitiva di servizi strategici come Cardiologia, Chirurgia, Lungodegenza e Ortopedia per mancanza di personale nel mentre è grave l’assenza di comunicazione e confronto dei dati sui nuovi fabbisogni assunzionali e sugli atti di programmazione aziendali ma soprattutto la marcata volontà di non definire percorsi condivisi su alcune gravi esigenze che si possono risolvere solo ed esclusivamente attraverso una riorganizzazione dei servizi e delle strutture ma che forse contemporaneamente richiedono un piano straordinario di assunzioni non più rinviabile – interviene anche il Capo Dipartimento del settore della CISL FP territoriale di Salerno Pietro Antonacchio, il quale sottolinea che paradossalmente il governatore De Luca intervenendo sulla questione si lamenta, avvertendo le stesse preoccupazioni della CISL, ed elencando le criticità che noi stiamo denunciando. Quindi se chi governa o dovrebbe governare il settore lamenta le stesse criticità che un sindacato denuncia, qualcosa non quadra nell’immaginario collettivo e se la Campania ha una aspettativa di vita inferiore di tre anni rispetto a tutta la nazione vuol dire che la sanità campana è al collasso. La colpa non è tutta in capo al governatore ma sicuramente a quanti cercano di regolamentare il settore con una metodologia ragionieristica, allo stato avulsa dall’analisi concreta e coerente dei bisogni assistenziali. A tal proposito si sottolinea che la Campania non ha adottato la nuova metodologia di calcolo dei fabbisogni decisa in Conferenza Stato-Regioni, che allarga del 20% gli organici e stanzia un 0,20% in più sul fondo nel mentre ci si arrocca nel rispetto di un vincolo finanziario di spesa fermo al 2004, quindi a poco meno di vent’anni fa, relativo alle capacità assunzionali, anziché cogliere le opportunità che le nuove norme offrono. Sarebbe ora che invece di costringere ad aprire vertenze, la Giunta Regionale cercasse di creare alleanze tra tutti i portatori di interesse, strategia unica e necessaria per ridare dignità a tutti i lavoratori e i cittadini campani.
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