Una vittoria pesante per come è arrivata. Qualità e personalità, fiducia e consapevolezza: la Salernitana è scesa in campo sapendo che avrebbe dovuto rispondere al successo del Verona sul Bologna ed ha schiacciato il Sassuolo con il suo pressing e la sua capacità di costruire azioni da gol, partendo anche dalle retrovie. Con Lovato al posto di Daniliuc in difesa e Botheim schierato a ridosso di Dia, Paulo Sousa ha inserito forze fresche e, specie per quanto riguarda la scelta del norvegese, ha sorpreso il suo collega, Dionisi, rinunciando ad un centravanti classico per sfruttare la velocità di Dia nell’uno contro uno con i centrali neroverdi, facendo leva sulla forza fisica e sul dinamismo dell’ex Bodo per aprire la difesa ospite. Con un Coulibaly di nuovo in versione extralusso ed un Vilhena ormai calatosi nel ruolo di centrocampista di lotta e di governo, la Salernitana ha potuto sfruttare la grande intesa tecnica tra Kastanos e Candreva, schierati sulla corsia destra e messi nelle condizioni di poter stabilire le giuste connessioni, scambiandosi spesso il pallone. Manovra avvolgente e di qualità, corale anche, come testimonia l’azione del raddoppio, alimentata da Gyomber, che da libero vecchio stampo si è aggiunto ai centrocampisti, distribuendo un pallone di prima verso l’esterno e poi operando il lancio per la testa di Botheim, che ha fatto da sponda per Dia. Lo stesso difensore slovacco era stato l’autore dell’assist aereo per il gol del vantaggio di Pirola. Due assistenze di testa testimoniano anche la grande fisicità e la superiorità agonistica della Salernitana che ha aggredito il Sassuolo e non gli ha permesso di sviluppare il suo fraseggio. La squadra di Dionisi era reduce dal successo sulla Juventus e da 23 punti conquistati nel girone di ritorno. La Salernitana aveva dalla sua la grande carica dei 23 mila spettatori e proprio il fattore Arechi ha fatto la differenza. La squadra di Sousa ha chiuso i conti a metà della ripresa con un altro gol ben costruito, firmato da Coulibaly su invito di Dia. Il maliano è un cardine irrinunciabile della mediana e della squadra granata, il senegalese, autore di 11 gol e 6 assist, è l’uomo in più per Sousa e sarà protagonista anche sul mercato. Il lavoro di Sousa è evidente e la crescita di Pirola e Bradaric, la trasformazione di Kastanos in uomo ovunque ne sono una riprova. Ochoa e Candreva infondono tranquillità ai compagni e danno un contributo di qualità ed esperienza tipico di chi ne ha viste tante. Sabato ci sarà il derby col Napoli cui manca sempre meno per diventare campione d’Italia. A sette giornate dal termine, con sette punti di vantaggio sul Verona, ma anche sei sullo Spezia e cinque sul Lecce, la Salernitana vede sempre più vicino il traguardo. A Napoli sarà una prova di maturità, ma non certo una partita decisiva. Arrivarci dopo una vittoria e con un discreto margine sulle inseguitrici non è cosa da poco, l’importante sarà dare continuità alle prestazioni per trarre ulteriore slancio in vista del rush finale. Per chiudere la pratica salvezza, forse, la Salernitana dovrà parlare tosco. Fiorentina ed Empoli nel giro di cinque giorni potrebbero essere le tappe cruciali per tagliare il traguardo o almeno avvicinarsi sensibilmente all’obiettivo.
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