FESTA DELLA LIBERAZIONE, ECCO COME E’ STATA CELEBRATA A SALERNO –

Stamane, in occasione del 78^ anniversario della “Liberazione”, si è svolta in città la tradizionale cerimonia coordinata dalla Prefettura di Salerno. Nella prima parte della mattinata è stata celebrata la Santa Messa in suffragio ai caduti, officiata da Padre Raffaele Bufano e Don Giuseppe Greco Cappellano, provinciale della Polizia di Stato nella “Chiesa del Sacro Cuore”.Al termine della funzione, le autorità civili, militari e religiose, i sindaci dei comuni dellaprovincia, i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, gli studenti degli Istituti Comprensivi “Gennaro Barra e Vicinanza” di Salerno e i cittadini accorsi si sono riuniti in Piazza Vittorio Veneto, ove sono stati resi gli onori ai caduti e deposte le corone d’alloro al “Monumento ai Caduti” e alla lapide del Partigiano Tenente Ugo Stanzione. Successivamente, il Prefetto di Salerno Francesco Russo ha rivolto un saluto ai presenti. A seguire, dopo i messaggi istituzionali del Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e del Presidente della Provincia Francesco Alfieri, è stato dato ampio spazio agli interventi del Segretario generale della CGIL di Salerno, Antonio Apadula, del Presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra di Salerno, Giuseppe Paladino, e del Presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Salerno, Ubaldo Baldi. La seconda parte della cerimonia si è tenuta presso il Monumento del Marinaio ove si è
svolta l’alzabandiera solenne e la deposizione della corona d’alloro dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e delle Organizzazioni sindacali. Il corteo ha quindi proseguito il percorso fino alla nuova Piazza XXV Aprile, ove è avvenuta la cerimonia di inaugurazione della piazza e lo svelamento della targa toponomastica, accompagnate da un breve intervento del Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e del Presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Ubaldo Baldi.
Il corteo è, infine, terminato presso il Palazzo della Provincia ove è stata deposta la corona d’alloro ai piedi della lapide delle Medaglie d’Oro della Resistenza. La commemorazione, ampiamente partecipata dalla cittadinanza, è stata allietata dall’Associazione Musicale Complesso Strumentale “Lorenzo Rinaldi” – Città di Giffoni Valle Piana, diretta dal maestro Francesco Guida, che ha eseguito l’Inno d’Italia e altri brani della tradizione. Gli studenti degli Istituti Comprensivi “Gennaro Barra” e “Vicinanza” di Salerno con la loro partecipazione hanno fatto da cornice alla cerimonia, a testimonianza dei giovani di allora che in quei giorni cruciali della liberazione non solo dal nazismo, dal totalitarismo e dal fascismo, ma anche dalle violenze, dalle torture e dalle persecuzioni, rinunciarono ad una parte importante della loro crescita per imboccare la strada della lotta partigiana, scrivendo una pagina fondamentale della storia del nostro Paese. Il Prefetto – ricordando i 20 mesi che vanno dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, che hanno visto Salerno protagonista in Italia, e che le conquiste politiche, sociali, culturali, i diritti, la libertà di opinione, di voto, di associazione, di cui oggi godiamo, trovano il loro saldo radicamento nel 25 aprile – ha rivolto un saluto commosso a Gerardo Ceres, storico leader della CISL salernitana, scomparso all’improvviso a febbraio di quest’anno, descrivendolo come: “uomo sensibile e sindacalista perbene, di grande equilibrio, che ha saputo sollecitare e affiancare, con tenacia e grande autorevolezza, il lavoro delle istituzioni, soprattutto in questi ultimi, difficili anni, tormentati prima dalla pandemia e poi dalla terribile crisi economico-sociale che ne è conseguita”. Ha rimarcato il grande valore aggiunto dell’associazionismo italiano: “creare un ponte tra i cittadini e le altre componenti della Repubblica, offrire un collegamento tra le generazioni in grado di assicurare continuità ai valori costituzionali di uguaglianza, solidarietà, dignità della persona”. Infine, ha rivolto un accorato appello alla pace ed ha concluso ricordando le parole del Presidente Mattarella: “Pace vuol dire non ad arrendersi di fronte alla prepotenza. Vuol dire avere il coraggio di dire di no alla violenza, il coraggio di interrompere le ostilità, il coraggio di ritirare le forze di invasione. Il coraggio di ricostruire”. “La libertà non è mai acquisita una volta per sempre e che, per essa, occorre sapersi impegnare senza riserve. (…) Il convinto e incondizionato rifiuto di ogni sopraffazione totalitaria, unitamente alla consapevolezza dell’importanza della democrazia, all’affermazione coraggiosa e intransigente del rispetto della dignità umana, al rifiuto di ogni razzismo, alla fedeltà ai propri ideali, sono i valori che ci sono stati affidati dalla Liberazione; e che avvertiamo di dover trasmettere ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai giovani europei perché si scongiuri l’atrocità inescusabile della guerra”.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro