Una nuova aggressione nelle celle della Casa Circondariale di Fuorni, lavoratori sotto stress e carcere ai limiti della sicurezza , urge convocare un tavolo di confronto con il Governo che fino ad ora non c’è mai stato. Dal Ministro fino ad ora solo proclami, ma nessun ascolto”. E’ la richiesta dei rappresentanti sindacali della Cgil Fp per la Polizia penitenziaria.
“Ieri sera nel carcere di Salerno, un detenuto, dopo essere stato soccorso nell’infermeria del penitenziario per un taglio alla gamba che si era procurato, ha cercato di aggredire gli agenti di Polizia Penitenziaria cercando di danneggiare i locali, ma è stato subito bloccato.
Poco dopo, un altro detenuto si è procurato dei tagli sul viso. Soccorso in infermeria, ha ingoiato delle lamette da barba che aveva nascosto costringendo a trasportarlo in emergenza presso l’ospedale cittadino.
Lo comunica Orlando Scocca, FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziaria: “Questi eventi sono all’ordine del giorno ed è proprio questo che ormai destabilizza i Poliziotti penitenziari di tutta la Campania. Dover accompagnare un detenuto in ospedale significa mettere a rischio tutta la struttura perché per garantire la salute di un detenuto che ha volontariamente ingerito delle lamette, si devono restringere i margini di intervento per tutti gli altri eventi, più o meno banali che avvengono di continuo nelle carceri campane”.
“Il carcere di Salerno è tra i più affollati della Regione con oltre 500 detenuti per meno di 400 posti previsti come capienza e servizi, ha dichiarato Salvatore Tinto Segretario Regionale FP CGIL: La situazione di stress subita dai lavoratori del penitenziario salernitano perdura ormai da parecchio tempo e ci faremo carico di rappresentare queste difficoltà nelle altre sedi istituzionali.
“C’è urgente bisogno di una rimodulazione delle modalità di lavoro in carcere . Serve più personale di Polizia Penitenziaria. Se il Ministro non è in grado di rappresentare questa necessità al Governo è fondamentale ripensare al lavoro che devono svolgere i lavoratori del comparto sicurezza in carcere, ha replicato Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: Non è possibile che un servitore dello Stato debba essere minacciato e subisca sanzioni e processi se lo Stato stesso non lo mette in condizioni di lavorare”.
“A breve – conclude Manna – chiederemo ufficialmente un tavolo di confronto con il Governo che fino ad ora non c’è mai stato. Dal Ministro fino ad ora solo proclami, ma nessun ascolto”.