Turni di 12 ore per medici ed operatori sanitari , pronto soccorso affollati , pazienti in osservazione anche per 7 gg, carenza di posti letto, ambulanze in attesa per ore. Reparti usati come semplici ambulatori, mancanza endemica di personale, costi altissimi per il cittadino e tanto altro. La Sanità campana, e quella salernitana nello specifico, sta attraversando da tempo un periodo nero, forse il punto più basso degli ultimi 20 anni.
Sono stati questi i temi dell’incontro dal titolo “Allarme Sanità, quale futuro in Campania?” che si che si è svolto stamani organizzato da Europa Verde Salerno, alla presenza di Dario Barbirotti, coordinatore provinciale di Europa Verde, Anna Maria Naddeo, delegata sindacale CGIL, RSU ed RLS dell’Azienda ospedaliera di Salerno, il dottor Giancarlo Giolitto, medico del reparto Malattie Infettive e rappresentante sindacale dei medici per la UIL all’ospedale “Maria SS Annunziata” di Eboli e Angelo Di Giacomo, responsabile provinciale per la Sanità accreditata di CGIL FP.
Affrontare le varie problematiche riscontrate nelle realtà provinciali. I presidi ospedalieri di Polla, Nocera, Oliveto Citra, Vallo della Lucania e tanti altri soffrono oggi come non mai dei tagli indiscriminati degli ultimi anni.
“In Campania e in provincia di Salerno in particolare viviamo un’esperienza drammatica – sentenzia Barbirotti – Le cronache ci parlano quotidianamente delle difficoltà degli operatori sanitari, medici ed infermieri nel garantire il diritto alla salute, che a Salerno sembra non esserci più. Attese lunghissime, diagnosi superficiali eseguite da medici costantemente sotto pressione e in numero inferiore rispetto a quello previsto per norma”.
Barbirotti è chiaro però sulle necessità prossime sul territorio salernitano: “Non credo, onestamente, che realizzando un nuovo ospedale a Salerno si risolveranno i problemi. Un nuovo ospedale ha senso se ci sono i medici e le attrezzature per curare i malati. Servono risposte. Non possiamo più tacere. È giunto il momento di lasciar perdere le parole e passare ai fatti, altrimenti ogni singola analisi, ogni singolo ricovero rischia di essere un pericolo per la nostra salute e per la nostra economia”.
“Ad oggi, al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona arrivano quotidianamente, in media, circa 250 pazienti – ha spiegato Naddeo – Non sarebbe nemmeno un numero ingestibile per un ospedale medio-grande, ma lo diventa se quei pazienti giunti al Pronto soccorso sono costretti ad un ricovero anche per 7 giorni negli spazi dell’emergenza. Abbiamo dovuto aggiungere delle barelle nei corridoi e nei vari reparti ma la situazione è drammatica. Le autoambulanze restano stazionate davanti l’entrata dell’ospedale con all’interno i pazienti, in attesa che si liberi quantomeno una barella. Nel frattempo continuiamo ad avere carenza di personale, costretti a far arrivare medici a fare turni di guardia da altri reparti. Lo stesso dicasi per infermieri ed operatori sanitari, costretti a turni massacranti di 12 ore che si ripetono quasi ogni giorno”.
“Il rischio per i cittadini salernitani è quindi altissimo, anche per le operazioni più semplici – avvisa Naddeo – La pressione e lo stress favoriscono l’errore umano ma è comprensibile considerando che siamo pesantemente sotto organico. Alla Regione chiediamo fondi per adeguare le risorse umane. Un piano d’assunzione regionale straordinario, organizzazione della rete ospedaliera dei pronto soccorso e della medicina territoriale. Infine, il problema della riabilitazione, totalmente azzerata. Il 99% è stato affidato al privato accreditato. Non si fanno concorsi da 20 anni per figure come fisiatri, fisioterapisti e logopedisti e si dà tutto in mano ai privati”.
“Non voglio limitare le problematiche solo ad una questione di fondi, che pure mancano – ha dichiarato il dottor Giolitto – Vi è un pesante problema di disorganizzazione. In ospedali più di frontiera, come quello di Polla, Vallo della Lucania, lo stesso ospedale di Eboli dove opero, vi è una gravissima penuria di personale. Fortunatamente ad Eboli abbiamo ancora delle eccellenze di livello nazionale, ma non ci si può basare solo su questo. Non esiste nessun filtro del territorio e soprattutto mancano i medici. Nel mio reparto di Malattie Infettive, che porto ad esempio anche se la situazione è diffusa in quasi tutti i reparti, abbiamo un primario e due medici laddove, secondo norma, dovremmo avere un primario e sei medici. Siamo quindi a meno del 50% dell’organico necessario e l’errore umano, che diventa fisiologico in tali condizioni, è dietro l’angolo”.
Proprio dal reparto di Malattie infettive infine viene lanciato l’allarme su casi particolari di patologie che, se mal curate a causa delle difficili condizioni di lavoro, rischiano di esplodere: “Nell’area Salerno Sud c’era un programma di eliminazione dell’epatite C. Non è mai stato possibile fare uno screening accurato e quindi non si è mai proceduto con un’azione definitiva. Se pensiamo che oggi siamo vicini anche ad un’emergenza tubercolosi, si capisce che i problemi sono seri e potenzialmente catastrofici”.
Infine la questione sulla sanità accreditata con Angelo Di Giacomo: “La Regione Campania oggi è l’ultima in Italia per spesa pro-capite per cittadino. Un problema che risale al Governo D’Alema e che i governi successivi non hanno mai risolto aggiustando le quote per cittadino, considerando la nostra una regione “giovane”. Oggi la sanità accreditata ha problemi di concorrenzialità. Casi di medici in pensione che vengono letteralmente a svernare nell’accreditata, personale con stipendi non adeguati che si cancellano dai sindacati poiché posti sotto ricatto e cittadini che sono costretti a pagare anche le analisi più basilari, sostenendo spese in alcuni casi anche al di sopra delle proprie possibilità. Un piccolo Far West, dove la politica ha avuto e ha ancora oggi le maggiori colpe, figlia di clientele da oltre quarant’anni e che oggi vede il governo rifiutare di sedersi ad un nuovo tavolo di trattative con sindacati e lavoratori”.