Ancora una doppia seduta di lavoro per la Salernitana. Filippo Inzaghi non aveva voluto sciogliere le riserve in conferenza stampa circa un possibile cambio di programma per la settimana senza partite ufficiali, ma, dopo aver tirato le somme col suo staff, ha deciso di accelerare. Ieri doppia, oggi bis. Lavorare sul campo, stare insieme anche nel break tra una seduta e l’altra: tutto serve per ritrovarsi e fare gruppo, perché non è un mistero che qualche situazione da chiarire anche internamente c’è e l’avvento del nuovo allenatore potrà giovare sotto questo aspetto. Azzerati alibi e gerarchie, ora la palla è tra i piedi di Inzaghi che da calciatore amava toccarla poche volte, ma lasciando il segno. Concreto, pratico, risoluto: nella sua carriera di goleador implacabile Inzaghi amava studiare tutto degli avversari diretti, ma anche dei suoi compagni di squadra e per questo in campo segnava a raffica, bruciando tutti sul tempo. Nei suoi primi giorni da allenatore della Salernitana, però, Inzaghi si sta dedicando con maggiore attenzione alla fase difensiva. I diciassette gol incassati nelle prime otto giornate di campionato, del resto, sono un dato di per sé eloquente quanto allarmante. Bisognerà trovare la chiave giusta per restituire fiducia e sicurezza al reparto sia nella sua interezza sia sul piano individuale. Inzaghi sta lavorando sui concetti difensivi, chiedendo attenzione e stimolando la percezione del pericolo. In attesa di ritrovare Ochoa, Pirola, Daniliuc e Gyomber, impegnati con le rispettive nazionali, l’ex tecnico della Reggina sta sollecitando chi è rimasto al Mary Rosy. Bronn, Fazio e Sambia, per nulla o quasi presi in considerazione da Sousa, saranno sicuramente valutati senza preclusioni e potrebbero essere chiamati in causa nel prossimo futuro. L’idea di Inzaghi è quella di abituare i difensori a proteggere l’area di rigore e la porta con maggiore cattiveria a prescindere dal modulo. Sambia, Mazzocchi, ma anche Daniliuc e Bronn potrebbero cimentarsi da terzini a destra nella difesa a quattro. Mentre sul versante mancino, oltre a Bradaric, l’unico che potrebbe disimpegnarsi in quel ruolo ma con una interpretazione prettamente difensiva è Pirola. Lo scorso anno, Inzaghi aveva scelto il 4-3-3 per la sua Reggina e, dunque, in mezzo al campo potrebbe diventare cruciale il ruolo di Bohinen, che in granata ha dato il meglio di sé quando ha giocato da vertice basso con Coulibaly ed Ederson ai suoi lati. Il maliano è indispensabile a prescindere dalla veste tattica, mentre come mezzala potrebbe essere rilanciato Maggiore. Legowski può interpretare i due ruoli, mentre Martegani potrebbe agire sia da interno sia da trequartista in un ipotetico modulo ad albero di Natale. Candreva, Kastanos e Cabral hanno qualità e duttilità dalla loro. Dia per Inzaghi è prima di tutto una punta che fa gol e dunque dovrà giocare più vicino possibile alla porta. Da un ex attaccante del valore di Pippo Inzaghi arriveranno consigli preziosi anche per i vari Tchaouna, Ikwuemesi e Stewart. Simy si sta allenando in gruppo ed è stimato da Inzaghi che lo avrebbe voluto con lui alla Reggina lo scorso anno. Sarà il tecnico a decidere se inserire in lista il nigeriano, visto che c’è uno slot libero. Domani la squadra si allenerà al mattino, poi avrà un paio di giorni di riposo prima di riprendere gli allenamenti con l’obiettivo di preparare al meglio la gara del 22 ottobre contro il Cagliari.
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