Tra black list e multe, tra prezzi sempre più esosi ai punti ristoro dell’Arechi ed il blitz del Nas che ha soffermato l’attenzione in particolare sull’area hospitality e tribuna vip elevando sanzioni amministrative per trentamila euro, ai diciassettemila tifosi granata presenti ieri stava per toccare un amaro calice se non fosse stato per l’intervento del var e per la freddezza con cui il tanto discusso Dia ha trasformato il rigore del due a due a tempo scaduto. Nonostante i mal di pancia ed il braccio di ferro post mercato, Dia è a quota tre in classifica marcatori e con i suoi tre centri ha evitato due sconfitte interne alla Salernitana che è sempre più tafaziana nella gestione dentro e fuori dal campo, capace di farsi male da sola anche quando basterebbe limitarsi a non fare nulla. Dal comunicato dai toni minacciosi diffuso sabato sera, che ha inferocito i tifosi, mortificando chi aveva comprato il biglietto e i tanti abbonati, all’ispezione del Nas in quello che è stato ribattezzato Arechi Lounge. Sempre più scuro in volto, Danilo Iervolino deve prendere coscienza che gli errori partono dall’alto. Le responsabilità di quanto si vede in campo non sono solo dell’allenatore di turno, anche se ieri al suo debutto Inzaghi ha provato a metterci del suo con le scelte iniziali tra centrocampo ed attacco. La linea di mercato è stata dettata dal presidente, il direttore sportivo ha eseguito, commettendo comunque degli errori, il principale resta quello di aver accettato a certe condizioni di restare. Sousa aveva qualità ed esperienza per garantire un ulteriore salto di qualità, ma in estate il feeling era già ai minimi termini e la gestione pubblica del caso Dia ha procurato lo strappo finale. Inzaghi ha avuto quasi due settimane di tempo per studiare, scegliendo poi Maggiore come play anziché Bohinen, l’unico centrocampista più vicino all’idea classica del regista da centrocampo a tre. Molle e superficiale Kastanos, che non giocava mezzala in A dai tempi del trust. Spenti e sciatti Cabral e Candreva, mai in grado di accendere Dia che ha cambiato passo non appena è stato inserito un centravanti di ruolo. Da un grande bomber come Inzaghi ci si sarebbe aspettato qualcosa di più e di meglio nella valutazione iniziale e delle scelte in prima linea. Facile e scontato buttare dentro punte a profusione nel disperato tentativo di pareggiare, anche se una volta rimediato al gol di Luvumbo, sarebbe stato necessario quanto meno avere un atteggiamento più attento alla ripresa del gioco. Il gol di Viola è roba che nemmeno in allenamento si vede. Per fortuna il var e Dia hanno evitato la sconfitta. Una delle scelte più coraggiose ed indovinate di Inzaghi è quella relativa a Fazio che ha giocato dopo tanto tempo e lo ha fatto con sicurezza e personalità. Certo, i vari Pirola, Daniliuc e Lovato, senza dimenticare Bronn, rimasto fuori dai convocati e pagato a sua volta una discreta cifra, cubano un bel po’ di milioni di euro e nell’ottica di presidente e diesse dovrebbero garantire le future plusvalenze. Inzaghi, però, non potrà fare che scelte legate alla necessità del momento ancor più di quanto non facesse già Sousa perché, come sempre, nonostante gli errori siano a monte è poi a valle che completa la sua folle corsa la valanga. Bisogna tenersi stretta la reazione, la furia agonistica dei subentrati, sperando che alcuni dei giocatori di riferimento ieri abbiano accusato i carichi di lavoro, perché venerdì a Marassi bisognerà essere pronti a tutto. E chissà chi ci sarà in porta visto che ieri, anche per ragioni di viaggi e fuso orario, Ochoa ha ceduto il passo a Costil.
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