Un buon primo tempo, un inizio di ripresa da montagne russe e poi un arrembaggio sfortunato. La Salernitana vista ieri sera a Bergamo è stata ben diversa da quella che aveva perso male a Firenze e che aveva regalato oltre un’ora di partita ad un Bologna dallo spessore decisamente superiore, ma il risultato finale non è cambiato. In avvio Inzaghi ha proposto a sorpresa Martegani nel centrocampo a tre, con Maggiore schermo davanti alla difesa e Coulibaly anello di congiunzione nella catena destra tra Daniliuc e Tchaouna, entrambi un po’ troppo timidi. Costil in avvio ha subito fatto vedere di avere riflessi da ventenne, poi Pirola ha trovato quel gol di testa che aveva solo sfiorato la settimana precedente. Sembrava l’inizio di un’altra storia perché la Salernitana è stata in campo con ordine e sagacia tattica, sbagliando qualcosa in fase di impostazione, non trovando quasi mai la via verso la porta avversaria tanto che Dia è stato spesso costretto a tornare indietro, ma restando ben salda dentro la contesa sotto tutti i punti di vista. Nella ripresa, forse, Inzaghi avrebbe potuto dare da subito una svolta, inserendo forze fresche per reggere la prevedibile partenza a mille della Dea che, su un corner concesso con un eccesso di zelo da Mazzocchi, ha pareggiato. Respinta della difesa sui piedi di Muriel, troppo solo ed indisturbato al limite dell’area e palla nel sacco. Ennesima prodezza balistica del colombiano che anche ieri ha confermato di essere in un momento molto positivo. La Salernitana non si è disunita, anzi ha sfiorato subito il nuovo vantaggio con la fuga di Dia, fermato due volte dalla difesa e forse un po’ egoista visto che avrebbe potuto servire al centro dell’area l’accorrente Maggiore. Subito dopo la partita è cambiata perché l’Atalanta ha trovato il vantaggio con Pasalic, bravo a battere con l’interno destro Costil ma avvantaggiato anche dalla tardiva chiusura di Coulibaly che pure sembrava in grado di opporsi con maggiore decisione. Con i cambi Inzaghi ha rivoltato la Salernitana che ha trovato più palleggio con Kastanos, più spinta a sinistra con Bradaric e più forza d’urto in avanti con Ikwuemesi che ha avuto la grande occasione per fare due a due. Imbeccato da Kastanos con un filtrante di grande intelligenza, il nigeriano ha calciato col destro anziché col sinistro dando a Carnesecchi la possibilità di opporsi con la punta del piede. Anche la sorte ha voltato le spalle ai granata quando un geniale tocco di Kastanos ha innescato Dia la cui tonante staffilata di destro ha fatto vibrare il palo alla sinistra di Carnesecchi. Nulla da fare per la Salernitana che nel finale è stata oltremodo penalizzata nel risultato dai gol degli orobici, entrambi col vizio originale di un fallo che nessuno ha rilevato. Quattro a uno pesante ed immeritato e, se per una volta la sconfitta è stata accompagnata anche dai complimenti dell’avversario per la prestazione, questo può da un lato far da stimolo per non mollare, ma dall’altro non può bastare perché la classifica è quella che è. Come ha detto Gasperini in conferenza stampa ogni campionato è una storia a sé, le squadre cambiano e si evolvono. Forse, il peccato più imperdonabile della Salernitana è stato quello di aver dato per scontato che rimanere quasi così come si era sarebbe bastato per ripetere le prestazioni della stagione precedente. Ora c’è il Milan all’orizzonte e, dopo la trasferta di Verona, il mercato.
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