All’ospedale “Fucito” di Mercato San Severino il clima è teso e le accuse volano. Il Nursind Salerno, attraverso il suo segretario generale, Biagio Tomasco, ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla ricollocazione dell’infermiere C.C., avvenuta in seguito a dichiarate “incompatibilità ambientali”.
La disposizione di servizio, emessa dal direttore Luigi Memoli il 20 dicembre scorso, ha suscitato scalpore all’interno del sindacato, che ora chiede un’inchiesta approfondita sulle motivazioni di tale decisione. Secondo Tomasco, il trasferimento non è stato supportato da adeguate spiegazioni, aprendo la strada a sospetti di mobbing e straining nei confronti dell’infermiere coinvolto.
“La decisione di allontanare l’infermiere è apparsa del tutto arbitraria, senza una chiara giustificazione e senza considerare la mancanza di supporto legislativo per trasferimenti temporanei per incompatibilità ambientale”, ha dichiarato Tomasco. “Il nostro obiettivo è garantire che le azioni dei dirigenti siano in linea con la legge e non mettano a rischio la salute lavorativa dei nostri membri”.
Valerio Festosi Guida, responsabile aziendale del Nursind Salerno per il plesso “Fucito”, ha sottolineato l’importanza di indagare sul contesto che ha portato alla disposizione di servizio. “Chiediamo al Comitato unico di Garanzia dell’Azienda ospedaliera-universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di avviare una commissione d’inchiesta che esamini tutte le dinamiche e i comportamenti coinvolti nella decisione”, ha dichiarato Festosi Guida. “È fondamentale garantire che le azioni dei dirigenti siano trasparenti e rispettino i diritti dei lavoratori”.
Il Nursind Salerno ha chiesto, inoltre, la sospensiva della disposizione di servizio in attesa degli esiti dell’inchiesta, sottolineando l’importanza di tutelare la sfera personale, lavorativa e psicologica dell’infermiere coinvolto.