DE LUCA PUNTA ALL’ASSOLUZIONE –

La sensazione, ma è appunto solo una sensazione, che la vicenda giudiziaria sia destinata progressivamente a sgonfiarsi, forse già in appello. Prova ne è il capo d’accusa predisposto dal procuratore generale Antonella Giannelli che ha fatto cadere il peculato, reato ben più grave, tenendo in piedi solo l’abuso d’ufficio e chiedendo per De Luca un pena di undici mesi. Il Governatore che ha rinunciato alla prescrizione e chiesto attraverso i suoi legali l’assoluzione, conta allora di chiudere qui la lunga querelle giudiziaria legata alla progettazione del Termovalorizzatore, vicenda che gli ha creato non pochi problemi soprattutto in relazione alla conseguente ed automatica applicazione della Severino. Non è un caso, allora, che De Luca abbia chiesto di parlare ai giudici, di rilasciare dichiarazioni spontaneee proprio al fine di fare chiarezza su quanto accaduto, sulla firma apposta in calce ad un documento che, secondo il Procuratore Generale, non avrebbe mai dovuto firmare. Ovvio che se non ci fosse stata di mezzo la Severino la questione Termovalorizzatore per come è nata, per come si è sviluppata, sarebbe stata veramente poca cosa. Ad ogni modo tutto resta in stand by perchè sulla questione si attende il giudizio della corte costituzionale. Anche una condanna per abuso d’ufficio potrebbe, infatti, non determinare la sospensione di De Luca in quanto si attende il responsio della consulta chiamata a giudicare la costituzionalità della Severino proprio in relazione al reato d’abuso d’ufficio, reato inizialmente non contenuto nella legge delega e poi comparso, d’incanto, nel testo di legge.

Autore dell'articolo: Barbara Albero