L’esordio perfetto, quello che ogni allenatore sogna, non c’è stato. A San Siro la “prima” di Liverani sulla panchina della Salernitana è stata caratterizzata da una scoppola sonora e senza appello e da una prova senza consistenza e voglia da parte dei calciatori. Certo, c’era l’Inter dinanzi, quella stessa squadra che ieri ha battuto di misura l’Atletico Madrid grazie al sussulto di Arnautovic, colui il quale aveva servito il poker ad Ochoa e soci nel match di venerdì. Se non per il risultato, sarebbe stato lecito attendersi una prova diversa sul piano caratteriale da parte della squadra che Liverani ha scelto di schierare con la difesa a tre, ricalcando le scelte del suo predecessore, Filippo Inzaghi. L’obiettivo del tecnico ex Lecce è emulare colui il quale era stato sostituito da Inzaghi sulla panca granata, ossia quel Paulo Sousa che aveva cominciato la sua esperienza alla Salernitana con la sconfitta interna con la Lazio ma si era poi rifatto contro il Monza, sempre all’Arechi. Il 26 febbraio di un anno fa, infatti, il tecnico lusitano coglieva la sua prima vittoria da allenatore granata grazie ad una ripresa scintillante in cui i gol di Coulibaly, Kastanos e Candreva e le parate di Ochoa diedero il chiaro segnale che la svolta ci fosse già stata. Gli era bastata poco più di una settimana per trovare la quadra, pur dovendo rinunciare a diversi calciatori, tra cui Dia. Liverani deve ancora ritrovare Pirola, Pierozzi e Gyomber in difesa, deve gestire Boateng ed ha Fazio e Manolas in rampa di lancio. Dalla cintola in su ha abbondanza di soluzioni, anche se non ha il vero play a cui affidare la regia in un centrocampo a tre che non potrà essere quello ideale, ma che dovrà dare risposte importanti sul piano dell’applicazione e della capacità di reggere il confronto con la linea mediana dirimpettaia. Basic e Maggiore si alternano davanti alla difesa, ma giocheranno entrambi, specie se ci sarà pugno duro con Coulibaly e Dia. Kastanos potrebbe dare qualità al reparto, mentre sulla trequarti Liverani dovrà scegliere tra Candreva, Tchaouna e Vignato. Due di loro giocheranno alle spalle di Weissman. C’è poi Gomis che potrebbe essere una sorta di jolly, da tenere in caldo sia per la mediana sia per la trequarti. Sousa in una settimana rivoltò la Salernitana, cambiando metodologie di lavoro e la mentalità del gruppo e ben sapendo che a lungo andare sarebbe stato necessario cambiare tanto altro, anche fuori dal campo. La Salernitana di oggi si ritrova al punto di partenza. Ha di nuovo bisogno di regole, di un cambio di mentalità, di una sorta di ripartenza generale che pare essere indispensabile non solo per il gruppo squadra ma per tutto l’ambiente. Liverani non potrà nemmeno provare a cambiare quello che andrebbe modificato a tutti i livelli, perché non ha la forza comunicativa e nemmeno il tempo che aveva avuto Sousa. C’è da concentrarsi solo sul campo e si spera che le parole della dirigenza siano state in grado di aiutare il tecnico al fine di trovare uno spogliatoio più recettivo e propenso a seguire una certa direzione. Da domani squadra in ritiro, ma senza spostarsi dal Mary Rosy per gli allenamenti. Sabato sarà l’ultimo appello. Contro il Monza di Palladino servirà una prova da squadra, magari come quella fornita un anno fa dalla Salernitana di Paulo Sousa. Per il suo esordio all’Arechi Liverani non può che augurarsi di emulare il portoghese.
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