Nel momento in cui si intraprende il percorso universitario, è difficile non pensare subito allo scenario successivo e alla famosa domanda “e poi, cosa faccio?”. Si tratta di un tema indubbiamente cruciale, anche se la risposta non dovrebbe influenzare eccessivamente il percorso di studi. È chiaro, infatti, che la buona riuscita dell’intero percorso universitario dipende in larga parte dalla predisposizione verso quelle materie scelte: se si vivono come un eccessivo peso, si corre il rischio di non concludere la formazione. Il consiglio principale è perciò quello di dare sempre priorità a quello che effettivamente piace e solo in seconda istanza porsi il problema relativo al lavoro futuro. È chiaro, però, che la necessità di trovare un compromesso tra i due risulta essere sempre più impellente, anche a fronte di un mercato del lavoro che è in continuo cambiamento.
I dati Istat relativi ai primi mesi del 2023 mettono in evidenza un calo della disoccupazione, ma gli scenari futuri mostrano un quadro meno positivo. Recentemente è stato stilato il report “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2023-2027)” e sono molti gli aspetti che meritano di essere posti sotto la lente d’osservazione. Sono infatti numerosi i settori che richiederanno un consistente aumento di manodopera. A spiccare sono i numeri riguardo a commercio e turismo, dove si stima una mancanza di circa 750mila unità entro i prossimi anni. È però bene fare una distinzione tra profili, distinguendo quelli con formazione terziaria da quelli con la secondaria superiore, nello specifico il tecnico professionale. Per quest’ultimo settore, a mancare saranno soprattutto persone nell’ambito di trasporto e logistica, costruzioni, meccanica ed energia. Soffermandosi invece su coloro dotati di formazione terziaria, mancherà personale nell’area medico sanitaria, nell’economico-statistico e quelli afferenti all’ambito STEM (acronimo che sta per science, technology, engineering and mathematics).
Ci sono aspetti da tenere in considerazione riguardo al futuro del mercato del lavoro, temi ad oggi presenti ma i cui impatti saranno tangibili solo nei prossimi anni. Si parla di Intelligenza Artificiale con riferimento alla capacità di aiutare l’impresa alla crescita. L’automazione sarà un aspetto da tenere in stretta considerazione perché probabilmente causerà la perdita di alcune tipologie di posti di lavoro per farne sorgere di nuovi: si pensi alle ormai sempre più diffuse casse automatiche all’interno di negozi e supermercati. Infine, la transizione green costringerà ad un ripensamento di alcuni settori con ovvie conseguenze anche sul mondo lavorativo ad esso connesso.
Si tratta di ambiti che richiedono personale sempre più qualificato: in molti casi la laurea sarà considerata step primario a cui andranno aggiunte specializzazioni varie. Dai progettisti di impianti per l’energia rinnovabile all’ingegnere robotico, ma anche il cyber security analyst sarà sempre più richiesto. Non mancheranno poi figure utili a tutelare i lavoratori già presenti nel mondo del lavoro e alla pari con quelle che sono le modifiche legislative in materia. Un master focalizzato sul diritto del lavoro piuttosto che una specializzazione in materia giuridica saranno fondamentali in tal senso, garantendo la salvaguardia dei lavoratori in tutti i livelli della filiera produttiva. L’offerta di formazione è ampia e messa a disposizione sia da università tradizionali che in quelle telematiche riconosciute dal MUR come la Niccolò Cusano.
1 commento su “LAVORO E FUTURO, LE NUOVE OPPORTUNITÀ”
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(Marzo 1, 2024 - 2:42 pm)[…] by La Redazione 1 Marzo 2024 in Lavoro 0 0 […]
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