DUNA DI SALE DONA UN ALLORO NELLA VILLA COMUNALE DI SALERNO –

L’albero del trionfo e della rinascita, sempreverde, considerato un simbolo di vittoria, successo e gloria nell’antichità. Così è stato definito questa mattina l’albero di alloro, donato al comune di Salerno dalla “Duna Di Sale”, l’associazione di promozione sociale e culturale E.T.S. promotrice del festival Salerno Letteratura,  piantumato nella villa comunale di Salerno.

Un alloro che rappresenta anche un valore letterario importante, legata al mito di Apollo e Dafne che, così come raccontato da Ovidio nelle Metamorfosi, deve la propria origine alla ninfa che preferì trasformarsi in pianta pur di non sottomettersi alla bramosia del dio greco, una pianta messa a dimora  nell’aiuola difronte la nuova piazzetta, tra il Teatro Pasolini e la Casa del Combattente.

Alla cerimonia di piantumazione all’interno della Villa Comunale di Salerno , accompagnata da  una lettura pubblica del mito affidata a Brunella Caputo, stamani c’era la  vice sindaca nonché assessora alle Pari Opportunità Paky Memoli, l’assessore all’Ambiente Massimiliano Natella, la  presidente di Duna di Sale Daria Limatola e Concita De Luca, vice presidente della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei giornalisti della Campania..

L’iniziativa proposta da Duna di Sale si inserisce all’interno di un progetto più ampio che prevede la realizzazione di una App per dispositivi Android e IOS, chiamata “Around Apollo”, finanziata dal Ministero della Cultura e Invitalia che  consentirà di scoprire la città di Salerno attraverso otto tappe: Museo archeologico provinciale, piazza della Libertà, Stazione Marittima, Villa Comunale, teatro Verdi (esterno), Giardino della Minerva, Tempio di Pomona, San Pietro a Corte. Ad ogni tappa corrisponderà un diverso contenuto multimediale, audio o video, inedito e originale, che verte intorno a uno dei diversi aspetti del dio Apollo, dando al contempo spazio al racconto delle origini greco-romane della città e del suo splendore medioevale.

Autore dell'articolo: Barbara Albero