Il fenomeno delle farmacie online continua a tenere banco nel nostro Paese. Legali dal 2014 dopo che l’Italia ha recepito una direttiva UE, sono esplose con la pandemia e, oggi come oggi, sono impossibili da ignorare se si vuole parlare di innovazione nella distribuzione del farmaco.
Mercato dominato dalle grandi catene – La farmacia online Dr. Max è indubbiamente una delle più fiorenti, nonché un esempio di come online e offline possano incontrarsi grazie alla sinergia tra sito e punti vendita sul territorio – ha chiuso il 2023 con numeri importanti.
Parliamo di un giro d’affari di 913 milioni di euro, oltre il 20% in più rispetto ai numeri dell’anno precedente. Interessanti anche i dati AIFA. Divulgati alla fine del 2023, parlano di un contesto nazionale in cui circa una persona su quattro predilige il web come canale per l’acquisto dei farmaci (ovviamente si parla solo di quelli senza obbligo di ricetta medica).
Molti di questi acquirenti, come abbiamo avuto modo di vedere parlando dei dati di IQVIA, provider che, ogni anno, fornisce i numeri relativi al mercato delle farmacie online, si rivolgono a queste ultime.
Dietro a questi grandi numeri, però, ci sono diverse problematiche da risolvere, notate, nel corso degli anni, da diversi esperti del settore pharma.
E-commerce di farmacia in Italia: il terreno da recuperare su scala internazionale
Il problema dell’e-commerce di farmacia in Italia è, a detta di molti, soprattutto uno: il nostro Paese, lato acquisti online, pur avendo fatto grandi passi negli ultimi anni, è molto indietro rispetto a giganti come la Cina, ma anche a contesti decisamente più piccoli del Paese del Dragone, come per esempio il Regno Unito.
Questo ritardo si vede in diversi settori, tra cui la farmacia, che si è affacciata al web decisamente tardi in Italia. Su scala internazionale, sono soprattutto le grandi catene a dominare – si tratta di una situazione che, come abbiamo visto poco fa, è riscontrabile anche in Italia, seppur con numeri decisamente più piccoli – e a palesare, dopo anni di perdite importanti, una situazione che si sta facendo giorno dopo giorno più rosea.
L’Italia deve fare ancora grandi passi per raggiungere i volumi dei giganti internazionali – giusto per citare un nome, ricordiamo Red Care – che, negli ultimi anni, sono riusciti a rimanere a galla anche grazie a politiche aziendali orientate alle continue acquisizioni.
Italia, Paese dalle troppe farmacie online inattive
In Italia, le farmacie regolarmente autorizzate dalla sanità locale e dal Ministero a vendere online erano, alla fine dello scorso anno, circa 1400. Su questo totale, molte realtà sono di fatto inattive sul web.
Nei casi in cui, invece, è stata scelta l’attività concreta online, mancano le basi, ossia il monitoraggio di come procede l’attività di e-commerce.
Tra gli errori più comuni, figura per esempio la confusione tra i costi e i ricavi dello store fisico e quelli dello store online. Ciò porta molte piccole e-farmacie a mandare avanti il business in perdita per diverso tempo e a orientarsi verso la strada della vendita nel momento in cui i titolari si accorgono che non c’è più nulla da fare.
Questo quadro non certo positivo è associato a dati che, invece, sono in crescita sia per quel che concerne il numero di acquirenti, sia dal punto di vista del giro d’affari vero e proprio.
Aprire una farmacia online oggi è un salto nel buio troppo rischioso?
Viene da chiedersi, stando così le cose, se aprire una farmacia online sia oggi un salto nel buio troppo rischioso. A meno di non soddisfare due requisiti, ossia la dimensione rilevante e il fatto di aver messo a punto una strategia chiara, la scelta può rivelarsi poco profittevole.
Un altro aspetto che, oggi come oggi, si rivela sempre più essenziale quando si punta a sfondare con un e-commerce di farmacia è la presenza di più punti vendita sul territorio (averne uno è obbligatorio per legge).
In questo modo, si consolida la brand awareness e si intercetta quell’utenza, numericamente ancora consistente, di persone che guardano con diffidenza gli acquisti 100% online di farmaci.
Si tratta di una fetta, numericamente molto ampia, di persone che considerano imprescindibile la richiesta di un consiglio al farmacista.
Nei casi in cui non si ha alle spalle tutto ciò, gli esperti del settore, in particolare gli advisor, consigliano di puntare più sui servizi digitali che sui prodotti. Giusto per fare un esempio, ricordiamo le numerose realtà che si occupano di delivery di farmaci, facilitando la vita a molte persone anziane o impossibilitate a muoversi.
Non c’è che dire: in un modo o nell’altro, il web nel mondo della farmacia rientra, confermando una rivoluzione che ha cambiato molto anche le caratteristiche professionali del farmacista stesso, non più un uomo di scienza e preparazioni galeniche, ma un vero e proprio manager che deve, ogni giorno, far prosperare aziende che hanno tantissimi mezzi per brillare sul mercato.