SALERNITANA: IERVOLINO E L’EXIT STRATEGY –

Le voci si rincorrono e spunta pure qualche nome. Tra i soggetti interessati all’acquisto di quote della Salernitana ci sarebbe anche la Brera Holdings, multiproprietà che conta per il momento tre club fra Macedonia, Mongolia e Mozambico, e anche una partecipazione nel Manchester United, oltre alla quotazione al Nasdaq. Come riporta l’edizione odierna de La Verità, sul tavolo di Iervolino sono arrivate diverse offerte per il club campano, ma secondo le ultime indiscrezioni quella di Brera Holdings sarebbe la migliore al momento. L’interesse per entrare nel calcio italiano tramite una società di Serie B è cosa risaputa, visto che nelle scorse settimane si erano fatti i nomi di Lecco e Brescia. Ma il bacino di utenza, con incassi dal botteghino importanti, e il progetto stadio già finanziato, hanno fatto propendere il Brera verso la Salernitana. Quella che potrebbe nascere è una operazione incrociata fra Iervolino e il Brera. Infatti, se quest’ultimo è interessato alla Salernitana, l’imprenditore campano potrebbe invece acquisire una piccola quota della holding statunitense. Sono molti i punti interessanti del progetto neroverde: il modello di business innovativo e i suoi progetti con una recente creazione di un board di consulenti dove spicca la figura dell’imprenditore della moda, Massimo Ferragamo. Al momento, la trattativa fra le parti è ancora in una fase embrionale, anche se secondo il quotidiano è reale e concreta. Brera ha acquistato anche quote della società di volley di Busto Arsizio. Iervolino guarda ai fondi come mezzo per attuare una sorta di exit strategy che, al momento, sembra il suo piano principale. Il presidente granata non è disposto a rifondere ancora capitali, visto che dovrà a breve ricapitalizzare, e nella sua visione del calcio gli investimenti sostenuti dovrebbero a stretto giro portare a guadagni esponenziali. Ecco perché due anni fa ha rinunciato a spendere sette milioni per Dovbyk, mentre l’anno scorso ha imposto a De Sanctis di ingaggiare solo calciatori dal costo del cartellino limitato e dall’ingaggio lordo non superiore al mezzo milione di euro. Questa linea ha portato al disastro tecnico che è sotto gli occhi di tutti e che è stato acuito dalla cattiva gestione del caso Dia e dalle scelte in relazione agli allenatori che hanno preso il posto di Sousa che non hanno certo dato i frutti sperati. Così come non ha pagato la scelta di richiamare Sabatini che ha portato a Salerno calciatori dagli ingaggi alti, ma dal rendimento scadente. Iervolino ha sbagliato tutto quel che era possibile sbagliare, magari anche perché non ha trovato sponde e terreno fertile quando aveva fatto trapelare la volontà di procedere ad un certo tipo di investimenti, specie per stadio e centro sportivo. Ora il presidente dà l’idea, avvalorata anche da questo lungo ed assordante silenzio, di volersi liberare di un giocattolo che non gli piace più perché sono arrivate le sconfitte e le critiche e perché il calcio è un pozzo senza fondo dove si impiegano tanti capitali con la speranza di poterli recuperare, ma non certo dall’oggi al domani come vorrebbe Iervolino. La Salernitana, per ora, non ha un vero e proprio piano di rilancio targato Iervolino che si sta concentrando sulla vendita del club, almeno per una parte. Non è escluso che, qualora l’acquirente fosse un fondo, Iervolino potrebbe restare come investitore o socio forte con la prospettiva di uscire progressivamente di scena. Il campionato di B partirà nel fine settimana del 17 agosto. Ai primi di luglio dovrà partire il ritiro. Entro pochi giorni, si spera, che la matassa si possa sbrogliare e che la Salernitana abbia più certezze e meno dubbi per il futuro.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto