Avanti senza fretta, come se il tempo che passa non fosse un problema. La Salernitana vive da mesi una situazione di grande incertezza. Era marzo quando l’ad Milan si lasciò scappare che dopo Pasqua si sarebbero avute le prime novità. Siamo quasi a giugno e l’unica notizia certa è che la Salernitana andrà in ritiro a Rivisondoli dal 7 al 24 luglio. Con quale squadra, ma ancor prima con quale direttore sportivo, quale allenatore e quale proprietà è tutto ancora da capire. Danilo Iervolino non ha inteso rilanciare dopo la retrocessione. Avesse nutrito ambizioni e desideri di riscatto, un secondo dopo l’avvenuta disfatta avrebbe sfruttato la sua grande capacità mediatica per promettere ai tifosi impegno e dedizione per la causa granata, cosa ben diversa dal dover per forza puntare all’immediato ritorno in massima serie. Una società di calcio è un’azienda atipica, ma è anche una creatura che va aiutata a crescere e, dunque, richiede cura, attenzione, amore. Iervolino, con l’ausilio dell’ad Milan, sta da tempo passando al setaccio la situazione economica del club, prendendo in esame le posizioni contrattuali dei singoli calciatori e provando ad immaginarne il valore di mercato o la loro utilità in caso di permanenza per dare una mano alla squadra che dovrà affrontare il prossimo campionato di serie B. E qui sta tutto il nocciolo della questione, perché, da un lato, è evidente che la possibilità di passare la mano sia stata presa in considerazione da Iervolino che, però, al tempo stesso, sa bene che potrebbe non arrivare l’offerta giusta ragion per cui gli toccherebbe dare il via alla programmazione futura. Lo imporrebbero due ordini di motivi: da una parte, in relazione ad un bene di sua proprietà Iervolino non può del tutto distaccarsi e far sì che lo stesso possa subire una ulteriore svalutazione, oltre a quella fisiologica che ha comportato la perdita della massima serie, dall’altro, non avviando i motori, il rischio che anche la prossima possa essere una stagione di sofferenza sarebbe alquanto alto. E’ per questo che il fattore tempo è importante almeno quanto quello economico. Iervolino legittimamente può valutare proposte ed offerte e accettarle o meno in base al suo gradimento ed al grado di soddisfazione del suo interesse economico. Tuttavia, non può trascurare la parte sportiva della vicenda, cioè tutti quei passaggi non solo burocratici che sono il preludio alla nuova stagione ma anche quelle scelte che diventano cruciali per capire che tipo di prospettiva abbia la Salernitana. E il riferimento è all’individuazione di un direttore sportivo capace di gestire non solo il mercato, l’allenatore e la rosa, ma anche tutti gli aspetti della vita societaria. Lascia perplessi la possibilità di un ricorso ad un management esterno, temporaneo, fornito da terzi. Serve gente che si leghi alla maglia ed al progetto, che lavori nell’interesse esclusivo del club. Che poi si possa ricorrere ad una forma di consulenza per schiarirsi le idee su determinate cose è un altro paio di maniche. In questi giorni circolano nomi di diversi candidati al ruolo di direttore sportivo. Guido Angelozzi ha un profilo molto diverso da quello di Polito o Meluso o altri ancora. Sogliano, che pure piace tanto, sembra aver deciso di restare al Verona e si sarebbe sfilato dalla mischia. E’ chiaro che gli sviluppi societari incideranno anche su questa scelta. Se da qui a una settimana si dovesse entrare nel vivo di un possibile closing, allora sarebbe giusto lasciare alla nuova proprietà libertà di scegliere uomini di sua fiducia. Se, però, non si dovesse andare in questa direzione, o se i tempi fossero più dilatati, allora sarebbe auspicabile che si cominciasse a definire il nuovo progetto tecnico. Il tempo è prezioso e farne passare ancora dell’altro senza decidere di decidere non porterebbe da nessuna parte.
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