Da domenica sera Gianluca Petrachi s’è messo pazientemente alla ricerca di un altro allenatore, una volta incassato il ripensamento di Sottil. Al di là dell’ennesimo patto di riservatezza, clausola molto cara alla dirigenza granata che ne ha stipulate di simili anche con i vari direttori sportivi e con i potenziali acquirenti del club, è chiaro che si sia cambiato in corsa il progetto e che Petrachi ne abbia dovuto prendere atto dando fondo alle sue conoscenze ed anche a tutto il suo coraggio. Bisogna parlare chiaro alla gente. Ingaggiare come nuovo allenatore di una squadra malamente retrocessa in B un tecnico che non ha esperienza della categoria ed è chiamato a reggere la pressione di una piazza che non solo è scontenta ma ora si sente in qualche modo sfidata e provocata è davvero un atto di estremo coraggio. Nulla di personale contro nessuno, anzi è giusto dare a chiunque la possibilità di mostrare sul campo le proprie qualità o i propri limiti, ma se la Salernitana fino a dieci giorni fa era convinta di ripartire con Sottil, quindi un allenatore esperto e carismatico, e poi ha virato su Gaetano Fontana, classe ’70, quindi nemmeno giovanissimo ed etichettabile come rampante, c’è qualcosa che non torna e che andrebbe spiegato pubblicamente e con spiegazioni aderenti alla realtà e dunque vicine alla verità. Ottimo calciatore, da allenatore Fontana non ha mai avuto troppa fortuna incassando una serie di esoneri e riuscendo proprio da gennaio in poi a Latina a trovare una certa continuità di risultati che gli ha permesso di arrivare al primo turno dei payoff allargati della Legapro. Zemaniano di base, chi lo conosce lo descrive come un allenatore che guarda con molto interesse alle idee di De Zerbi e che a Latina ha apportato qualche correzione tattica e di interpretazione rispetto al passato. E’ l’identikit di un allenatore che sarebbe stato proponibile in piazze meno calde, come ad esempio Cittadella. Petrachi lo ha scelto e sa bene di essersi assunto una grande responsabilità, da dividere con la società perché è chiaro che il ds si stia muovendo all’interno di limiti molto stringenti relativi al budget. Il ds per ora vira sui giovani e sarebbe vicino, come riporta Salernitananews, al talento della Roma primavera e della scuderia di Francesco Totti, Riccardo Pagano. Classe 2004, centrocampista ma anche trequartista, ha il contratto in scadenza 2026 e potrebbe partire in prestito. Per giunta, Pagano ha esordito in massima serie con la Roma proprio contro la squadra granata. Lavori in corso anche sul piano logistico. La Salernitana ad oggi non ha ancora definito l’area medica, che non comprenderà più il dottor Italo Leo ed i fisioterapisti che hanno lavorato con lui in questi anni, non sa ancora dove i suoi tesserati svolgeranno le visite mediche e sta tagliando di brutto i costi anche per il settore giovanile dove si ripartirà da Pistolesi, mentre sono stati congedati La Rocca e Barbato, quest’ultimo approdato al Campobasso. Incertezza massima anche per il settore femminile dove pure si è svolto un buon lavoro. L’allenatrice Valentina De Risi attende di sapere se potrà proseguire la sua esperienza in granata, così i dirigenti della squadra come il dt Mainenti, il club manager Sessa ed il direttore operativo Nastri che, fra l’altro, proviene dal settore maschile ed ha maturato esperienza in B col Benevento. La priorità è la prima squadra, ma un club importante non può tralasciare tutto il resto e, soprattutto, deve saper rilanciare proprio nei momenti più difficili. Petrachi è motivato ed animato da spirito di rivalsa dopo un lungo stop, ma andrà sostenuto dall’interno e dal vertice del club. Sostegno che dovrà avere anche Fontana, certo non il nome che i tifosi si aspettavano per ripartire, ma dovrà essere proprio la società a dargli forza.
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