Le voci sono tante e prendono spunto da un dato di fatto. Danilo Iervolino, ormai stanco del calcio e voglioso di non avere più la visibilità dei momenti belli legata al mondo del pallone, vuole uscire di scena. Per ora, lo farà solo formalmente perché a breve si dimetterà da presidente della Salernitana. Al suo posto sarà nominato un tecnico. La figura indicata dal patron potrebbe essere quella di Roberto Busso amministratore delegato di Gabetti Sport che porterebbe con sé, nelle vesti di direttore generale, anche Ferdinando Elefante. Il nodo da sciogliere, però, è un altro ed è sicuramente più grosso ed ingarbugliato. Iervolino ha dichiarato pubblicamente di essere pronto a vendere la Salernitana o di cedere parte delle sue azioni per farsi affiancare da un socio. In queste settimane, dopo il fallimento annunciato della trattativa con Brera Holdings, incontri e sondaggi non sono mancati. Bisogna capire, però, tante cose circa lo stato di salute del club ed anche quali siano le reali richieste dell’attuale proprietario che ha immesso nella società granata una notevole liquidità in due anni e mezzo, come ha egli stesso ricordato e come è stato sottolineato anche dall’ad granata, Maurizio Milan, che ieri ha saltato un appuntamento in agenda per fare un salto nella Capitale. Nell’attesa che eventualmente si affacci sulla scena un acquirente credibile e che parta una trattativa seria, la domanda è: cosa vuol fare Iervolino della Salernitana sul piano sportivo? C’è davvero un progetto tecnico all’insegna della sostenibilità o è solo un modo elegante per dire che si dovrà fare con quel che c’è in cassa, cercando di vendere il più possibile per poi investire una minima parte del ricavato con buona pace delle esigenze del tecnico, delle aspettative dei tifosi e del lavoro di Petrachi che sapeva bene le regole di ingaggio ma, forse, pensava che i margini potessero essere leggermente più ampi? Chissà se ci saranno risposte vere, sincere, concrete. Di certo, al momento, è che ci sono tanti dubbi sul futuro della Salernitana che sta ragionando come fosse la società più povera del panorama professionistico, quasi come se tre stagioni di fila in A non avessero portato alcun tipo di beneficio.
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