CITTADINO INDIANO TENTA DI UCCIDERE IL COGNATO. RINTRACCIATO DALLA POLIZIA È STATO SOTTOPOSTO A FERMO –

Ha tentato di uccidere il cognato prima con una pistola, poi con un kirpan, un pugnale sacro causandogli gravi danni ad un arto. Dopo una serie di indagini è stato rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio.

La Polizia di Stato ha eseguito ieri sera un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Salerno nei confronti di un 26enne indiano, gravemente indiziato del reato di tentato omicidio commesso lo scorso 10 luglio ai danni del cognato di 22 anni, anch’egli cittadino indiano, il quale nella stessa sera si era recato al Pronto Soccorso dell’ospedale “Ruggi D’Aragona” di Salerno con gravissime ferite inferte al polso e all’ascella.

Il fermo è stato disposto a seguito di quanto emerso dalle attività di indagine immediatamente avviate ed espletate dalla Squadra Mobile, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Salerno diretta dal Procuratore capo Giuseppe Borrelli, che hanno consentito di acquisire, anche mediante l’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, elementi indiziari a carico del giovane che saranno sottoposti, nei termini processuali previsti, alla convalida ad opera del giudice per le indagini preliminari.

In particolare, il fermato è accusato di aver tentato di uccidere il cognato a seguito di una lite scaturita per questioni economiche, dapprima sparandogli con una pistola puntata al petto e, solo dopo la mancata esplosione dei colpi, a causa del probabile inceppamento dell’arma, colpendolo con un kirpan (pugnale indiano utilizzato dai sikh) di grosse dimensioni, sferrando violenti fendenti rivolti alla testa. La vittima, nel tentativo di difendersi alzando il braccio a protezione del capo, ha parato i colpi mortali che hanno tuttavia causato la quasi totale amputazione dell’arto, salvato grazie ad un lungo e complesso intervento chirurgico eseguito in urgenza presso l’ospedale “Pellegrini” di Napoli.

Il provvedimento di fermo si è reso necessario, inoltre, per il concreto pericolo che l’indagato potesse darsi alla fuga nonché dal rischio di possibili ulteriori aggressioni nei confronti della vittima, che di recente era stata dimessa dall’ospedale dove era stato ricoverato e operato d’urgenza.

Le indagini, tra l’altro, hanno consentito di appurare la totale estraneità ai fatti di un giovane tunisino che aveva accompagnato il ferito al Pronto Soccorso, confermando la versione che il medesimo aveva fornito nell’immediatezza agli operatori delle Volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e della Squadra Mobile, intervenuti in ospedale a seguito della chiamata al Numero Unico di Emergenza 112.

Dopo la perquisizione effettuata sia a casa che presso il luogo di lavoro del fermato sono state trovate numerose armi bianche, tra cui il kirpan verosimilmente utilizzato come arma del delitto.

Autore dell'articolo: Barbara Albero