Ventiquattro giorni sono trascorsi dalla conferenza stampa di presentazione di Gianluca Petrachi e Giovanni Martusciello, rispettivamente nuovo direttore sportivo e nuovo allenatore della Salernitana e poco o nulla di buono è accaduto in questo lasso di tempo. Sotto gli occhi di tutti c’è la situazione di totale abbandono in cui versa la Salernitana che, giunta ormai alla seconda fase della preparazione, si vede costretta ad allenarsi in un centro sportivo che ha diverse criticità da sistemare, semplicemente perché nessun dirigente del club è stato in grado di raccogliere le sollecitazioni di ds ed allenatore circa la necessità di svolgere un altro periodo di ritiro in una sede consona e non certo agli oltre 35° a livello del mare della litoranea. Per inciso, non era certo una sede adatta nemmeno Matera sia per le temperature sia per le condizioni del campo di allenamento. Ma si può mai accettare che un club appena retrocesso dalla massima serie, che solo due anni fa svolgeva ritiri in Austria e Turchia e sognava Mertens e Cavani, ora abbia difficoltà a gestire l’ordinario? Si può mai ritenere plausibile che nel giro di un anno o poco più, al di là degli alti e bassi di umore, un proprietario possa disimpegnarsi in maniera così eclatante senza nemmeno garantire, nelle more di una possibile ma anche difficile cessione, un progetto tecnico decoroso? Si può mai credere che si possa affrontare l’ostico campionato cadetto con i soli Gentile, Njoh, Tongya e Dalmonte e magari con Kallon che arriverà dal Verona nell’operazione Kastanos come rinforzi? Dove sono i giocatori pronti, fatti e finiti, col pelo sullo stomaco, che servono per tenere la barra diritta nel mare tempestoso della B? Certamente non è Martusciello a non volerli, né è Petrachi a non trattarli. Del resto, il ripensamento di Sottil a fine giugno era un chiaro segnale. Coda, Tutino, Vandeputte, Curto ed altri erano obiettivi del ds granata che ha dovuto frenare di botto quando da Iervolino e Milan è arrivato il brusco stop perché era fallita la trattativa con Brera Holdings, su cui è inutile fare commenti. Dal cerchio magico del patron filtrano cifre circa gli investimenti sostenuti, il prezzo richiesto per passare la mano, e voci di potenziali, si spera non fantomatici, acquirenti. La verità è che chi ancora conservi un minimo di lucidità sa bene che al momento la cessione non sarebbe affatto semplice. Fonti vicine al patron definiscono “invendibile” la Salernitana, specie in questo momento, visto che il mercato segna il passo, i calciatori dagli stipendi pesanti sono ancora qui perché nessuno li vuole, se non in saldo, e ciò blocca le entrate. Magari, un nuovo proprietario, acquistando a cifre ragionevoli il club, potrebbe anche decidere di ripartire dai giocatori sotto contratto, almeno da alcuni, accettando il rischio di fare mercato in entrata a prescindere dalle uscite. Magari, ma non è detto. Ed allora, piaccia o non piaccia, tocca a chi ora è a capo della Salernitana agire responsabilmente e con il massimo rispetto verso città e tifoseria, allestendo una squadra forte, nel senso che sia quanto meno in grado di non sfigurare. Sta già sfigurando abbastanza la società e non è certo stata la retrocessione ad aver danneggiato l’immagine del patron quanto il modo in cui è stata gestita la società ed affrontata la terribile stagione scorsa. Purtroppo, si sta continuando su quella falsariga, spacciando per progetto all’insegna della sostenibilità il tentativo di liquidare, di cedere il più possibile, svuotando il patrimonio tecnico della squadra senza dare a Petrachi la possibilità di ingaggiare giocatori da B. Se la Samp è a quota 15 mila abbonati, se il Palermo è già oltre i 5 mila, e se qui si è appena scollinata quota 1000, allora non siamo alla fase in cui bisognerebbe farsi delle domande, ma a quella successiva in cui bisogna prendere atto delle risposte, quelle della piazza che ha capito fin troppo bene l’antifona. C’è chi per amore si è abbonato o lo farà e chi sempre per amore proverà a restare lontano dall’Arechi. Aver mortificato i sentimenti dei tifosi, non aver compreso neanche lontanamente cosa sia per loro la Salernitana è la più grande sconfitta di questa proprietà e di chi l’ha rappresentata sul territorio.
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