DETENUTO SUICIDA NEL TRIBUNALE DI SALERNO, LO SCONFORTO DEL GARANTE CIAMBRIELLO –

Si è tolto la vita prima di entrare nel carcere. Così ieri mattina il quarantottenne Luca Di Lascio di Montecorvino Rovella che si è suicidato in un bagno della cittadella giudiziaria di Salerno  dopo l’udienza di convalida dell’arresto avvenuto sabato scorso. in cella da meno di 72 ore. Non ha retto all’idea di trascorre un periodo della sua vita oltre le sbarre e così ha chiesto di andare in bagno, ha chiuso la porta, si è sfilato i lacci delle scarpe e si è impiccato. Era stato raggiunto dalla misura cautelare  lo scorso 2 agosto perché era scattato il codice rosso per violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa famigliare e di divieto di avvicinamento alla persona offesa. Era stato arrestato perché pretendeva denaro dalla madre molto anziana per acquistare stupefacenti. Subito soccorso e condotto in ospedale, è morto  poco dopo.

La notizia della morte del 48enne è avvenuta nello stesso giorno in cui a distanza nella Casa Circondariale di Fuorni, c’era la visita del sottosegretario di Stato al ministero delle Infrastrutture, Tullio Ferrante ed  il garante dei detenuti, Samuele Ciambriello.

Ed è proprio Ciambriello , Garante Campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, oggi a dichiararsi sconfortato davanti all’ennesimo suicidio che si è consumato ieri in Campania. Suicidio anomalo avvenuto nel Tribunale di Salerno con dei lacci legati al lavandino dei sanitari della camera di sicurezza dopo aver sostenuto l’udienza per la convalida dell’arresto. Era arrivato sabato all’istituto penitenziario di Fuorni.

Con amarezza e preoccupazione, scrive in una nota il garante dei detenuti,  lancio un appello alla politica e alla società civile rispetto all’acuirsi dello stato di sofferenza delle persone detenute. Servono interventi immediati ed urgenti di prevenzione.

Luca Di Lascio rappresenta il 7° suicidio in Campania dall’inizio dell’anno. Come si vede anche nel caso di Luca, ci sono situazioni di vulnerabilità e di fragilità per coloro che entrano nel circuito carcerario, c’è bisogno di figure di ascolto qui ed ora. Come preservare la salute e la sicurezza dei detenuti?

Il suicidio in carcere rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia penitenziaria e anche per gli altri detenuti.”

Ora la salma di Luca Di Lascio è a disposizione del P.M. per le indagini sull’accaduto e sulla causa del decesso. Si tratta, del 63esimo detenuto che si è tolto la vita dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria”. Lo ha  dichiarato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

“Stiamo ancora cercando di capire l’esatta dinamica e come sia potuta accadere quest’ennesima tragedia che investe il sistema d’esecuzione penale nel suo complesso. Anche se, probabilmente, in questo caso non hanno avuto neppure il tempo di avere un impatto diretto le disastrate condizioni carcerarie, di certo lo Stato, ancora una volta, non poteva permettersi che gli sfuggisse una vita che gli era stata affidata”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

“Noi continuiamo a pensare che la carneficina in atto vada fermata con provvedimenti tangibili e ad effetto immediato. Sono 14.500 i detenuti oltre i posti disponibili, mentre a ben 18mila ammontano le unità mancanti alla Polizia penitenziaria. A ciò si sommano carenze sanitarie, deficienze strutturali e infrastrutturali e disorganizzazione imperante. In mancanza di interventi, sarà un agosto funesto”, ha concluso De Fazio.

Autore dell'articolo: Barbara Albero