A COLLOQUIO CON LA DROGA NELLE PARTI INTIME, ARRESTATA A FUORNI

Ha provato a portare la droga ad un familiare detenuto nella casa circondariale di Salerno durante un colloquio in carcere, nascondendola nelle parti intime. Ma è stata sorpresa da un agente della polizia Penitenziaria che con attenzione ha  sferra un altro “colpo” contro il traffico di sostanze stupefacenti all’interno della struttura.

E’ accaduto ancora una volta a Fuorni dove la donna aveva nascosto nelle parti intime cocaina e circa 50 grammi di hashish da consegnare ad un familiare detenuto nella struttura.

L’impresa della donna, però, non è andata secondo i piani, infatti è stata scoperta e perquisita dagli agenti della Polizia Penitenziaria che l’hanno arrestata.

A dare notizia del blitz è il sindacato della penitenziaria Uspp (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria), con una nota firmata dal segretario nazionale Giuseppe Del Sorbo e dal segretario regionale Ciro Auricchio che si sono complimentati con i colleghi di Salerno per la brillante operazione. Oramai nelle carceri, si legge in una nota,  si combatte una guerra quotidiana con continui tentativi di introduzione di droga e cellulari.

A Salerno, hanno aggiunto Del Sorbo ed Auricchio – nonostante il cronico sovraffollamento, il piano ferie in atto ed il deficit di organico che si attesta sulle 70 unità di personale, si riesce con grande spirito di sacrificio a mantenere l’ordine e la sicurezza interna”.

Sul caso si è espresso il sindacato Sappe che per voce della Segretaria Tiziana Guacci ha affermato: “Il personale di Polizia del settore  ha mostrato la propria professionalità e abnegazione arrestando la donna.

La Polizia Penitenziaria della Regione Campania, nonostante le gravi difficoltà dovute alla carenza di organico e all’inerzia del Provveditorato, continua a garantire l’ordine e la sicurezza. Ormai la situazione è disastrosa in tutti gli istituti campani ed i vertici dipartimentali sono a conoscenza di tutto. Dal 2023 si sono registrati 1.760 casi di violenza e 8.164 atti di minaccia, ingiuria, oltraggio e resistenza. Da tempo, il SAPPE, denuncia le inaccettabili violenze che si verificano nelle carceri della Nazione:”, in modo particolare i problemi connessi alla gestione dei detenuti stranieri (“da espellere per scontare la pena nelle carceri dei Paesi di provenienza”), di quelli tossicodipendenti e degli psichiatrici, che non dovrebbero stare in carcere ma in Comunità adeguate: “La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta

Siamo fiduciosi di interventi concreti e, se non dovessero esserci, siamo pronti ad azioni più significative al fine di ottenere sicurezza e tutela dell’integrità fisica e psichica della categoria. Nessuno può tirarsi indietro. Il sindacato ha il dovere di denunciare, gli organi Superiori hanno il dovere di introdurre interventi concreti”.

Autore dell'articolo: Barbara Albero