Nove gol segnati, ma anche dieci incassati. La Salernitana di Giovanni Martusciello è ancora un cantiere aperto e questo è quanto meno fisiologico, visto che il tecnico ha allenato un gruppo per le prime settimane di ritiro e poi un altro da metà agosto in poi. Contro il Pisa hanno debuttato dal primo minuto Ferrari e Stojanovic in difesa, Hrustic a centrocampo e Wlodarczyk in attacco, senza contare che Tongya per la prima volta ha giocato da esterno d’attacco e non da centrocampista. Cinque novità, dunque, tutte insieme non potevano che portare ad una prestazione con pregi e difetti che, più che altro, sono quelli intuiti fin da quando la Salernitana ha cominciato a prendere forma. I numeri spiegano fino ad un certo punto, ma servono sicuramente. La Salernitana di Martusciello ha nei primi tempi un punto dolente perché ha chiuso in svantaggio quattro volte su cinque a metà partita, perdendo nell’unica volta in cui aveva portato il pari negli spogliatoi, cioè a Mantova. Rimonte esaltanti con Cittadella e Samp in casa, sconfitte con Sudtirol e Pisa nonostante gol e buone trame di gioco. Insomma, la Salernitana è una squadra che ama andare all’attacco, che quasi si annoia se deve pensare troppo e se l’avversario non è disposto a giocarsela a viso aperto, ma la mole di gioco e le trame ordite hanno bisogno di trovare una sintesi che passi anche da una maggiore attenzione in fase difensiva. Certamente alla Salernitana mancano i faticatori della via mediana, i rubapalloni di professione, i mediani da e per una vita come Gattuso o Melosi, ma anche come Giovanni Tedesco che abbinava quantità e gol. Hrustic, Soriano, Reine- Adelaide sono calciatori di qualità, Tello non ha finora fornito un apporto sufficiente nella fase di recupero della palla dove il solo Amatucci si ritrova a dover fare per tre. Maggiore finora s’è visto poco e la difesa, che pure ci ha messo del suo con errori individuali, resta esposta. Bisogna lavorare, stare insieme, passare tanto tempo sul campo e in sala video per trovare intese e sincronismi. Martusciello lo ripete spesso e di certo non si può pretendere tutto e subito. Il calcio è fatto di idee e la Salernitana ne mette tante sul prato verde, ma anche di equilibri tattici e risultati che sono ancora intermittenti. Da oggi si pensa alla trasferta di Reggio Emilia sperando che arrivino buone nuove dall’infermeria. Avere più uomini e più scelte sarà importante anche perché non tutti hanno i novanta minuti nelle gambe. Al Città del Tricolore sarà un bel derby granata anche sugli spalti, visto che la Salernitana sarà seguita da tantissimi tifosi data anche la presenza di un club di tifosi salernitani in loco.
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