Tornare corsari a distanza di quasi un anno dall’ultima volta: il successo esterno manca da troppo tempo alla Salernitana. L’ultimo colpo da tre punti lontano dall’Arechi risale al derby del Torre dell’aprile 2015, deciso da un autogol di Moracci. Fu l’ultimo dei dodici successi esterni della Salernitana di Menichini in Legapro. Con Torrente in panchina la Salernitana ha sfiorato l’impresa a Lanciano, facendosi rimontare un doppio vantaggio ed ha vinto solo in Coppa Italia, contro il Chievo. A Terni sarà la prima con Menichini in panchina e chissà che il tecnico toscano non riesca subito ad invertire la rotta, facendo appello al suo trend positivo in campo esterno. Per farlo ricorrerà alla vecchia guardia. Moro, Pestrin, Bovo, Franco, Colombo saranno in campo a Terni dove potrebbe trovare spazio a gara in corso Gabionetta. Sei protagonisti della passata stagione cercheranno di spiegare ai nuovi come riuscivano ad essere cinici e concreti in trasferta dove ottennero una vittoria preziosa proprio un anno fa. Nel giorno di San Valentino la Salernitana vinse a mani basse a Melfi. A distanza di quasi un anno, i granata proveranno a ripetere l’impresa nella città di San Valentino, patrono proprio di Terni. Corsi e ricorsi storici, però, da soli non bastano. Da un anno all’altro sono cambiati gli avversari ed è cambiato il campionato in cui la Salernitana milita. Non è quasi cambiata, invece, la squadra granata se è vero come è vero che a Terni Menichini farà ricorso a molti calciatori che erano in organico nella passata stagione. Il mercato di gennaio ha portato sì in dote altri nove calciatori, ma a Terni ci sarà spazio per uno, al massimo due di questi. E’ vero che s’è pagato un altro salatissimo tributo alla cattiva sorte con l’infortunio di Ronaldo, è vero che Zito è squalificato, ma è pur vero che qualcuno è arrivato non al top, altri come Bagadur e Bus sono ancora tutti da scoprire, altri potrebbero essere penalizzati dal modulo visto che il passaggio al 3-5-2 toglie spazio agli esterni come Gatto o lo stesso Oikonomidis che, però, potrebbe tornare utile anche in altri ruoli. La dimostrazione più evidente dell’incompletezza del mercato invernale condotto dal club è la nuova centralità di Pestrin nelle scelte di Menichini. La Salernitana era a corto di difensori centrali e, visto che Trevisan non è stato ceduto, si è deciso di soprassedere su eventuali nuovi innesti quando sarebbe stato più opportuno inserire un rinforzo di spessore in rosa anche a costo di escludere dalla lista dei 18 Trevisan che, specie ora che è tornato Menichini, difficilmente troverà spazio. Anche a centrocampo la rosa non era foltissima e sono bastati un paio di circostanze negative – lo stop di Ronaldo e la squalifica di Zito – per ribadire che la coperta fosse alquanto corta. Morale della favola è che Pestin, dopo essere stato in predicato di andare via fino all’ultimo secondo del mercato di gennaio, è diventato fondamentale tanto da aver giocato titolare contro il Pescara nel suo ruolo naturale di centrocampista ed essere in predicato di arretrare sulla linea dei difensori per la gara di domani. Senza nulla togliere al calciatore, è chiaro che la Salernitana si ritrovi al punto di partenza. La cattiva sorte si accanisce, è vero, ma proprio per questo ci voleva una vista un po’ più lunga in sede di mercato per prevenire ulteriori iatture e rimpolpare l’organico. Così non è stato ed ora a Menichini tocca arrangiarsi proprio come ha spesso dovuto fare Torrente che oggi taglia il traguardo dei 50 anni con un tanti rimpianti per quel che poteva essere e non è stato in granata. E non solo per colpa dell’emergenza…
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