OMICIDIO VASSALLO, IN FUMO L’ALIBI DI CAGNAZZO –

“Abbiamo messo a posto pure il pescatore”: Romolo Ridosso, uno dei 4  indagati per l’omicidio di Angelo Vassallo da ieri in carcere insieme al colonello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, Lazzaro Cioffi e Giuseppe Cipriano, pronunciò questa frase pochi giorni dopo l’uccisione del sindaco pescatore di Acciaroli. L’inchiesta che ieri con i 4 arresti ha subito una svolta dice ancora chi fu l’esecutore materiali quel brutale assassinio nove colpi a poca distanza che freddarono il primo cittadino nella sua auto, ma chiariscono il movente  legato alla volontà dell’ amministratore di difendere il suo territorio dagli interessi di un’associazione  che voleva mutizzarlo per lo spaccio di droga che veniva fatta arrivare dal mare. Tra le novità  emerse dall’inchiesta che ha visto al lavoro il procuratore Borrelli che aveva posto l’inchiesta sull’omicidio di Vassallo tra le priorità della sua azione alla guida della Procura di Salerno, c’è l’alibi del colonello dei carabinieri, Fabio  Cagnazzo.  Contatti telefonici  nell’arco temporale tra le 21 e 14 e le 21,37  dimostrano che Cagnazzo non era nel ristorante da Claudio ad Acciaroli, mentre la saliva ritrovata su un mozzicone di sigaretta Lucky Strike ne conferma la presenza sua scena dell’omicidio di Angelo Vassallo. Cagnazzo si era dunque allontanato e la sua dichiarazione di essere andato s trovare la figlia non ha trovato conferma. Ora andare avanti per fare piena luce chiedono sia il figlio del sindaco che il suo vice, l’attuale primo cittadino, Stefano Pisani.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro