CASO SILVIA NOWAK, FERMATO IL COMPAGNO –

Questa mattina, dopo complesse e articolate indagini, avviate a seguito della scomparsa di Silvia Nowak, la cittadina tedesca, il cui cadavere fu, poi, rinvenuto semicarbonizzato, in data 18/10/2024, in Castellabate, fraz. Ogliastro Marina, i Carabinieri della Compagnia di Agropoli, con il supporto dei militari del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Salerno, hanno eseguito un decreto di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania, nei confronti del compagno della donna. A quest’ultimo sono stati contestati i delitti di omicidio aggravato e distruzione di cadavere.

In merito, il provvedimento pre-cautelare, dopo aver attentamente valutato gli alibi proposti nel corso dell’investigazione, dà conto della sussistenza di un quadro di particolare gravità indiziaria a carico dell’indagato. Sono ivi riportati gli elementi dimostrativi di tipo dichiarativo, logico, documentale e scientifico (in essi compresi i rilievi e i successivi accertamenti eseguiti dal R.I.S. di Roma), che hanno fatto protendere per la riferibilità dei fatti per cui è procedimento penale al compagno della vittima. In particolare, si è ritenuto che il predetto, nel pomeriggio del 15 ottobre 2024, cagionò la morte della donna, in un luogo isolato (nel bosco confinante con la proprietà Nowak), colpendola reiteratamente con un corpo contundente e tagliente e distruggendone parzialmente il cadavere con il fuoco. Dopo l’efferato delitto, l’indagato, secondo la tesi seguita dalla Procura, simulò la scomparsa della vittima. Contestualmente all’esecuzione del decreto, sono iniziate le perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria, presso le dimore in cui il fermato ha stabilmente vissuto, in epoca successiva all’omicidio.

Ovviamente, le argomentazioni adottate a supporto del fermo saranno valutate dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vallo della Lucania, cui il provvedimento sarà prontamente inviato, con richiesta di convalida ed emissione di misura cautelare personale. Si ricorda, infine, che, nel nostro ordinamento, vige la presunzione di non colpevolezza, sino a condanna definitiva. Pertanto, l’eventuale fondatezza delle accuse dovrà essere accertata nelle ulteriori fasi del procedimento.

Autore dell'articolo: Redazione