SALERNITANA IN BIANCO, MA ORA E’ DURA –

La Salernitana fallisce l’appuntamento con la vittoria anche nel secondo match interno di fila. Dopo il ko con la Juve Stabia, la squadra di Colantuono pareggia col Brescia. Granata in bianco in quanto a gol segnati e con un solo punto conquistato sui sei disponibili, ancora una volta accolti con freddezza da un Arechi da 8000 spettatori ma con la curva vuota per un quarto d’ora abbondante. Bronn si aggiunge a Verde nella lista degli indisponibili ed entrambi salteranno anche la gara del 26 dicembre a Frosinone. Anche Maggiore è out ufficialmente per un fastidio dell’ultimo minuto, ma è chiaro che il centrocampista sia ormai in uscita. Ci sono Ruggeri e Velthuis in difesa ai lati di Ferrari anche perché Jaroszynsji non è al meglio. Colantuono stringe le posizioni di Soriano e Tongya che diventano mezze ali ai lati di un Amatucci che ha mille piedi e sette polmoni nonostante un fastidio al ginocchio. Sta più dentro il campo anche Braaf che appoggia un Simy in versione centroboa. Il nigeriano prende posizione spalle alla porta e apparecchia per la stoccata del compagno che arriva a rimorchio. Braaf chiama alla parata difficile Lezzerini, mentre Ghiglione ed Amatucci non sono così incisivi. Il Brescia è poca cosa in avanti ma Colantuono non si fida e continua a tenere in campo tre centrali difensivi ed una sola punta centrale. Nella ripresa la Salernitana ha il dominio del pallone ma non sfonda mai se non con Hrustic che ha l’occasionissima sul sinistro ma trova i guantoni di Lezzerini. Gerardo Fusco rileva Simy, Jaroszynski dovrebbe spingere sulla sinistra, Kallon dovrebbe dare un guizzo da seconda punta, ma la Salernitana non è assistita dalla giusta cattiveria quando si tratta di attaccare l’area avversaria ed il Brescia esce senza danni dall’Arechi che al triplice fischio dell’arbitro aggiunge i suoi per una squadra che è ormai al “vorrei ma non posso” e per una società che continua a vivere di promesse e che, si spera, almeno da ieri sera abbia preso davvero coscienza del rischio del doppio salto all’indietro.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto